4 sett – ”Il Pd stava correndo il rischio del giacobinismo. Se vedi che un’auto va fuori strada devi avvertire l’autista. Per questo ho parlato”. L’ex presidente della Camera Luciano Violante spiega così il suo intervento sulla vicenda Berlusconi e, intervistato da Repubblica, aggiunge: ”l”idea di annientare l’avversario è tipica della politica debole, quella che non ha la forza di confrontarsi con gli oppositori”. ”Non ho mai detto che il Pd doveva offrire scappatoie a Berlusconi. Ho detto che doveva garantire anche a lui il diritto di difendersi davanti alla Giunta”, ribadisce Violante, che dice di non aver pianto per gli attacchi nel partito. ”Abbiamo rischiato di farci prendere dallo sbrigativismo: è condannato, espelliamolo. Ma proprio quando l’avversario è in difficoltà – sottolinea Violante – devi avere la forza di dargli le garanzie che gli spettano. Altrimenti non sei un partito democratico”.
Già qualche giorno fa Violante aveva detto “Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. È molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”. Affermazioni che hanno infiammato una discussione già rovente all’interno dei democrat, divisi tra giustizialisti e garantisti. Molti, dentro il Pd, a partire dal segretario Epifani (“La legge è uguale per tutti, dentro il Pd non ci saranno mai traditori, come nel caso dei 101 contro Prodi, sul Cav”) fino alla presidente del partito, Rosy Bindi (“Berlusconi deve dimettersi, solo allora Napolitano potrebbe prendere in considerazione una grazia”), passando per la responsabile Legalità Pina Picierno (“La Giunta del Senato non può diventare un quarto grado di giudizio”) attaccano Berlusconi e Pdl ma in realtà hanno in testa e vogliono arginare proprio le tesi di Violante.
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