4 set – Droni, battlegroups (le unità militari dell’Ue), industria della difesa, razionalizzazione della spesa per la sicurezza, rifornimento di carburante in volo per gli aerei, condivisione di uomini e mezzi.
Questi i punti principali del documento sulla difesa comune realizzato dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton, come base di discussione in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea, che a dicembre dovrà decidere se e come allargare il processo di integrazione anche sul piano militare.
La bozza non contiene misure specifiche, ma solo principi e punti su cui lavorare. Fonti comunitarie sottolineano che a dicembre servirà un accordo politico, che solo successivamente potrà essere definito in dettaglio. ”Serve un processo che porti alla difesa”, ripetono a Bruxelles. A dicembre quindi le conclusioni saranno di natura di principio: numeri e cifre difficilmente si leggeranno nelle conclusioni, ma molto probabilmente verranno fissare delle scadenze. ”La discussione di dicembre dovrà avviare un processo su cui il Consiglio europeo torni a intervalli regolari, per analizzare i progressi e dare nuovo slancio” al processo medesimo, si legge nella bozza, il documento di Ashton servirà al presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, per predisporre il documento conclusivo del vertice di dicembre.
La bozza è già stata sottoposta all’attenzione degli Stati membri, che nel complesso l’hanno accolta ”positivamente”, assicurano a Bruxelles. La bozza di Ashton – che sarà discussa venerdì a Vilnius in occasione della riunione informale del consiglio Difesa – ribadisce l’esigenza di una difesa comune. ”L’Unione – recita il documento – deve saper fornire sicurezza, dove possibile in patnership ma dove necessario in modo autonomo”. L’Ue, si precisa, ”deve essere in grado di impegnarsi in tutti i cinque ambienti differenti (terra, aria, mare, spazio, e multimediale)”.
Tra le varie proposte dell’Alto rappresentante dunque anche quella di rendere operative le disposizioni dell’articolo 44 del Trattato di Lisbona, vale a dire ”affidare compiti a un gruppo di Stati membri e permettere a questo gruppo di Stati di agire in nome dell’Ue”. Una proposta dettata dalla necessità di rispondere tempestivamente alla crisi. A questa esigenza risponde l’invito di accelerare l’utilizzo dei gruppo di battaglia europei (battlegroups). A oggi, denuncia la bozza, ”devono ancora essere utilizzati” e per questo ”si è al lavoro per permetterne un utilizzo sul campo”. Prioritarie – e quindi da inserire nelle conclusioni di dicembre – le questioni dei droni (”probabilmente costituiranno una capacità chiave per il futuro”) e il rifornimento di carburante in volo per gli aerei (”l’obiettivo è ridurre la dipendenza operativa europea in quest’area”, scrive Ashton nel suo documento). Altro punto su cui lavorare sarà quello della sicurezza cibernetica (o sicurezza informatica).
Cavolo………………ma ste’ cose non le diceva anche mussolini?
Siamo proprio circondati.
Da una parte l’Islam e dall’altra la UE che e’ sempre piu’ fascista e, sicuramente , cattolica integralista…………………