Bologna: la storia della minorenne afghana costretta a bere detersivo

afghan4 sett – BOLOGNA – Il suo incubo è finito perchè ha avuto la fortuna di incrociare un Carabiniere che è corso in suo aiuto e ha fermato il marito che la stava picchiando per strada, per l’ennesima volta. Le botte, ha poi raccontato questa giovanissima ragazza afgana, erano iniziate appena sposati, in Afghanistan, dove lei circa un anno fa era diventata la moglie di quest’uomo di quasi 20 anni più grande di lei per volere dei genitori, che avevano combinato il loro matrimonio.

Da un mese e mezzo, poi, lui l’aveva portata con sè a Bologna (con un passaporto falso su cui sono in corso indagini), dove vive da otto anni ed è socio in una pizzeria. Qui però i soprusi sono continuati e peggiorati: l’uomo, A.M., 37enne fino a oggi incensurato, la teneva segregata in casa (rinchiudendola quando usciva per andare a lavorare), la insultava e la picchiava con calci e pugni, riempiendola di lividi, ha raccontato la giovane. Ogni tentativo di ribellione veniva punito severamente, come era accaduto una settimana fa, quando l’aveva costretta a bere mezzo bicchiere di detersivo per piatti dopo che lei gli aveva detto di voler andare a trovare una parente nel Nord Europa.

L’incubo di questa giovane afgana, che ha tra i 16 e i 18 anni, è finito nella notte tra venerdì e sabato, quando un Carabiniere libero da servizio l’ha vista in via Pietramellara mentre, per strada, veniva picchiata dal marito, che era appena andato a riacciuffarla alla stazione dopo un suo tentativo di fuga. Il militare è intervenuto e l’ha fermato. Più tardi, poi, la giovane ha raccontato tutto. Arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni, il 37enne ora è in cella: giudicato per Direttissima, ha patteggiato una condanna a un anno di reclusione e per ora rimarrà in carcere in custodia cautelare.

La ragazza, dopo aver raccontato tutti i soprusi subiti, ha spiegato ai Carabinieri di voler divorziare da quell’uomo violento, scelto per lei dai suoi genitori ma che non aveva mai amato. A complicare la posizione del 37enne è anche il passaporto con cui la ragazza era stata fatta arrivare in Italia dall’Afghanistan, che l’uomo aveva con sè al momento dell’arresto. Sul documento, infatti, è sì riportata la fotografia della giovane ragazza, ma i dati anagrafici sono quelli di un’altra persona, una afgana di 32 anni. Ora bisognerà capire da dove arrivi quel passaporto e chi sia la 32enne che formalmente per l’Ufficio immigrazione è la moglie del 37enne, aspetti su cui la Procura di Bologna ha già ordinato accertamenti. La giovane, che ha detto di avere circa 16 anni e fornito il suo nome ai Carabinieri (l’esame auxologico ha stabilito che ne ha circa 17-18), ha spiegato di aver manifestato perplessità dopo essersi accorta dell’incogruenza sul passaporto, ma l’uomo avrebbe chiuso il discorso dicendole di non fare domande.
Gli accertamenti sono ritenuti importanti dalla Procura anche perchè il nome che compare sul passaporto è lo stesso che il 37enne, anni fa, aveva dichiarato all’Ufficio immigrazione come quello della propria moglie, che un domani avrebbe portato in Italia. La donna potrebbe essere una effettiva prima moglie, oppure potrebbe trattarsi di un nome di fantasia dato dall’uomo. Gli accertamenti vogliono escludere che non ci sia dietro un sistema studiato a tavolino per ottenere un passaporto con cui poi far arrivare qualcuno di cui non si vuole dichiarare l’identità. E’ anche per questo, ha spiegato la giovane, che il 37enne la teneva segregata in casa, senza farla uscire, non volendo che nessuno scoprisse la sua identità.

La giovane, che per le botte ricevute venerdì sera ha avuto quattro giorni di prognosi dai medici del Policlinico Sant’Orsola (aveva contusioni multiple da percosse) ha raccontato ai militari di essere già stata picchiata diverse volte. In un caso, due settimane fa, era anche dovuta andare in ospedale (i Carabinieri hanno controllato i certificati) ma aveva detto ai medici di essere caduta perchè aveva avuto paura di denunciare il marito violento. Esasperata dalla situazione e vessata anche sul piano psicologico, venerdì pomeriggio la ragazza era riuscita a fuggire di casa: scoperto dove il marito teneva un mazzo di chiavi di riserva, aveva preso 100 euro ed era corsa in stazione, dove stava aspettando un treno per andare dalla sua parente nel Nord Europa. Ha però commesso l’errore di rispondere ad una telefonata del 37enne che, sentendo i rumori della stazione in sottofondo, era corso in piazza Medaglie d’Oro e l’aveva afferrata.

Il 37enne le ha stracciato il biglietto del treno, le ha strappato la borsa e l’ha trascinata via. E, mentre si allontanavano dalla stazione, ha iniziato a picchiarla per strada. Ed è proprio in questo frangente, mentre si trovavano in viale Pietramellare all’altezza di via Amendola, che un Carabiniere del Nucleo operativo di Bologna ha visto la scena e si è fermato per intervenire in soccorso della ragazza. Il 37enne, portato in caserma, non pareva rendersi conto della gravità della situazione, continuando a sostenere che la ragazza avesse 32 anni. Solamente quando gli è stato prospettato l’arresto ha dato in escandescenze e ha cominciato a trattenere volutamente il respiro fino a diventare cianotico. L’intervento del 118 e il rischio di finire intubato l’hanno convinto a calmarsi. Ma questo non gli ha evitato il carcere.

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