Guardian: 70 atomiche Usa “custodite” nelle basi Nato in Italia

atomiche3 sett – Al solo pensiero vengono i brividi. Perché parliamo di bombe con una potenza di fuoco 30 volte superiore a quelle sganciate a Hiroshima. L’accusa del Guardian è netta: in Italia sono “custodite” 70 atomiche Usa, 50 nella base Nato di Aviano e 20 a Ghedi, in provincia di Brescia. Eppure la Costituzione, all’articolo 11, parla chiaro: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Ma se al peggio non c’è mai fine l’assurdo di questa vicenda riguarda l’utilizzo delle atomiche: saranno adeguate per il lancio con gli F35.

In realtà il Guardian scopre l’acqua calda, dal momento che si sa bene che le otto basi (o meglio basi e infrastrutture) degli Stati Uniti in Italia  sarebbero le seguenti:
1. Aeroporto di Capodichino (attività di supporto navale);
2. Aeroporto di Aviano, Pordenone (31° stormo e 61° gruppo di supporto regionale);
3. Camp Derby (Livorno);
4. la base di Gaeta, Latina;
5. la Base dell’Isola della Maddalena;
6. la Stazione navale di Sigonella;
7. l’osservatorio di attività solare in San Vito dei Normanni;
8. una presenza in Vicenza e Longare.

Il trattato fondamentale che disciplina lo status delle basi americane in Italia è l’Accordo bilaterale sulle infrastrutture (Bia), stipulato tra Italia e Stati Uniti il 20 ottobre 1954. Tale trattato, noto agli specialisti come ‘Accordo ombrello’, non è mai stato pubblicato. Secondo un autorevole commentatore, esso fu firmato dall’allora ministro italiano degli esteri (Giuseppe Pella) e dall’ambasciatrice Usa in Italia (Clara Booth Luce). Si tratta quindi di un accordo in forma semplificata. Tra l’altro, esso stabilisce il tetto massimo delle forze Usa che possono stazionare in Italia. L’accordo è inoltre corredato di annessi tecnici, relativi alle singole basi.

L’art. 11 della Costituzione contiene un divieto e due disposizioni permissive. In particolare, vieta la guerra di aggressione, consente limitazioni di sovranità necessarie per assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni, e favorisce le organizzazioni rivolte a tale scopo.
Sulla compatibilità tra Nato e Costituzione italiana alla luce dell’art. 11 si è espressa la Corte di Cassazione in una sentenza del 22 marzo 1984, n. 1920. A prescindere dalle motivazioni della sentenza in cui si assume che la Nato sarebbe un’organizzazione internazionale che favorisce la pace e la giustizia tra le nazioni, il punto essenziale che viene in considerazione è quello secondo cui la Nato è un’alleanza difensiva e quindi non può essere in contrasto con l’art. 11, che ammette l’uso della forza in legittima difesa. Qualora la Nato fosse un’alleanza aggressiva (tali alleanze venivano talvolta stipulate in passato), la sua contrarietà all’art. 11 sarebbe di tutta evidenza, poiché la disposizione vieta la guerra di aggressione.
In tale contesto vanno anche valutate le “limitazioni di sovranità”, che la concessione di basi necessariamente comporta.

Per saperne di piu’ leggere questo documento Le basi americane in Italia – problemi aperti