ROMA, 2 Settembre 2013 – Per il Santo Padre “libertà” vuol dire saper riflettere” su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. “Noi siamo liberi per il bene”.
Bene che passa anche attraverso la politica.
“Noi cristiani non possiamo giocare la parte di Pilato, lavarci le mani, non possiamo, dobbiamo immischiarci nella politica perchè la politica è una delle forme più alte di carità perchè cerca il bene comune e i laici cristiani devono lavorare in politica”.
E il “popolo del Papa” non è solo il popolo cattolico, è il popolo cristiano al quale ricorda che “la politica è una delle forme più alte della carità perché cerca il bene comune”.
Io credo che ci siano due comandamenti che noi cristiani dobbiamo chiedere vengano rispettati:
Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo.
Noi cristiani, se ci impegniamo in politica, dobbiamo combattere tutti i privilegi che i politici si sono attribuiti sfruttando le tasse pagate da noi.
La politica sporca ha rubato e seguita a rubare.
La politica pulita deve abolire le ruberie, possibilmente senza violenza ma usando il potere democratico.
Ma per farlo bisogna avere un progetto comune.
Ma bisogna cercare un progetto comune che possa essere accettato da destra e da sinistra. Quando la casa brucia tutti sono necessari.
Ricordo un saggio proverbio:
“nella concordia le piccole cose crescono; nella discordia anche le più grandi vanno in rovina”.
10° comandamento: Non desiderare la roba d’altri:
«Non desiderare […] alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo» (Es 20,17).
«Non desiderare…. alcuna delle cose che sono del tuo prossimo» (Dt 5,21).
«Là dove é il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).
Carlo Violati
BRAVO !!:
Noi cristiani non possiamo giocare la parte di Pilato, lavarci le mani,…
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Ottimo.. adesso portati un po’ di profughi in Vaticano.
Immigrazione: in Vaticano vige ——>>arresto e respingimento
“E’ curiosa la dissonanza tra la legislazione dello Stato vaticano sull’immigrazione rispetto alle dichiarazioni rese ieri. La legge III del 1999 sulla cittadinanza recita all’articolo 21: “coloro che si trovano nella città del Vaticano senza avere l’autorizzazione prevista possono essere espulsi anche con la forza pubblica“.
Il comma successivo recita:
“Può essere sottoposto a pena pecuniaria o detentiva chi s’introduce nello Stato del Vaticano nonostante il rifiuto di permesso o in violazione di un provvedimento di divieto di accesso“.
Riassumendo nello Stato del Vaticano c’è sia il respingimento con la forza pubblica nonché l’arresto.
La predica del Santo Padre, come tante altre volte, è stata bella e toccante ma le leggi sono un’altra cosa come dimostrano quelle in vigore in Vaticano”.
Lo dichiara Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato.
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Altri art. di cui basta solo il titolo: Il business dei “profughi” è un business fiorente. Basta chiamare in Vaticano Don Mosé Zerai.
Ricercatore egiziano:
“L’80% di immigrati musulmani in Europa vive di sussidi sociali”
Se l’importo minimo richiesto per vivere in Europa è di $ 20.000 all’anno e se il 40 milioni di musulmani vivono di sussidi sociali, il costo è sconcertante … perché ha raggiunto 800 miliardi dollari l’anno, solo per l’immigrazione musulmana.
Tale importo potrebbe raddoppiare se si tenesse conto di tutti gli altri immigrati non europei che vivono di sussidi e se aggiungessimo anche il costo della criminalità e dell’implosione sociale a causa di questa immigrazione di massa.
Bellissimo: Ricordo un saggio proverbio:
“nella concordia le piccole cose crescono; nella discordia anche le più grandi vanno in rovina”
Qui siamo daccordo.. siamo rovinati?
😉