Genova, 31 ago. – “Volevo ritrovare me stesso, cosa c’e’ di meglio che il mare aperto?”. Cosi’, secondo quanto si apprende, Domenico Semeraro, 44 anni, piccolo pregiudicato pugliese, nel corso dell’interrogatorio di garanzia per il furto di una barca a vela di 28 metri commesso nel porticciolo turistico di Imperia mercoledi’ scorso, interrogato dal gip Ferdinando Baldini, che ha disposto la convalida dell’arresto e convertito la contestazione iniziale della procura di ricettazione in furto pluriaggravato.
Secondo quanto si apprende, Semeraro ha riferito che il suo era stato un furto per motivi “spirituali”: “Ero partito dalla Puglia da circa dieci giorni – ha spiegato – Sono giunto in Liguria facendo l’autostop e viaggiando sui treni di notte. Arrivato ad Imperia, sono andato a fare un giro al porto. Li’ ho visto questo yacht aperto e con la passerella abbassata. Era lunedi’ scorso. Cosi’ ci sono salito e ci ho vissuto per due giorni”.
Quindi Semeraro ha riferito di avere sentito la malinconia del mare e la voglia di partire, per “ritrovare” se stesso. “Ho tolto gli ormeggi e ho salpato l’ancora – ha riferito al gip – Mi sono fermato per un po’ al largo di Finale Ligure, quindi ho ripreso il mare fino a quando mi ha fermato la Capitaneria di porto di Genova”. Il fermo e’ avvenuto giovedi’ pomeriggio al largo delle bocche del porto di Genova. Semeraro non ha opposto resistenza e ha consegnato la barca. Non aveva soldi, documenti e cellulare. Ha parlato solo quando gli e’ stato assegnato un avvocato d’ufficio, Marco Quadrelli che lo assistito stamani nell’interrogatorio che si e’ tenuto nel carcere di Marassi.(AGI) .