29 ago – Padre e figlio litigavano da tempo perché il ragazzo era un “fannullone”, non aveva un lavoro e ciondolava per casa. Così un 72enne ha ucciso suo figlio, colpendolo con un’ascia al collo e decapitandolo. Quando gli uomini della polizia sono arrivati nell’appartamento il reo confesso non sembrava affatto sconvolto, anzi ripeteva agli inquirenti: “Finalmente me ne sono liberato.
Era qui soltanto per mangiare e dormire”. Il corpo di Nunzio, 36 anni, giaceva senza vita nell’appartamento al quarto piano di via Negrisoli, a Sant’Alberto di Ravenna. L’assassino, un pensionato di 72 anni, è in arresto per omicidio volontario e si trova piantonato all’ospedale di Ravenna. Nella lite ha riportato diverse ferite e verrà operato. Il figlio, racconta il Resto del Carlino, gli aveva reso la vita un inferno. Liti continue, botte, richieste di denaro con le quali lui, disoccupato e una vita consumata dalla droga, lo assillava quotidianamente.
Il 72enne da una decina d’anni si era trasferito nelle campagne di Ravenna e Nunzio si era trasferito stabilmente da lui nel 2011. Nell’appartamento popolare di via Negrisoli i litigi erano diventati un’abitudine. Dopo aver ammazzato il figlio, Giuseppe ha telefonato alla figlia Cosima, e le ha detto quello che aveva fatto . Il ragazzo è stato ammazzato in modo brutale: sul pavimento è stata trovata l’arma del delitto, un’ascia, e Nunzio era a terra, in un lago di sangue. La casa era devastata a colpi di scure.