27 ago. – Mentre proseguono le consultazioni condotte a 360 gradi dalla sua amministrazione, Barack Obama avrebbe gia’ pronto sulla scrivania un piano preciso per punire il regime siriano dell’impiego di armi chimiche contro i civili: lo scrive il ‘Washington Post’, che cita autorevoli fonti riservate all’interno del governo federale Usa.
L’eventuale intervento militare in Siria dovrebbe avere portata e durata ben delimitate, evitando cosi’ agli Stati Uniti un vero e proprio coinvolgimento nel “pantano”, parola dello stesso Obama, della guerra civile siriana. Si tratterebbe di un attacco-lampo, da condurre per non piu’ di due giorni al massimo. Sarebbero impiegati missili da crociera lanciati dalle navi americane gia’ convergenti nel Mediterraneo oppure, ma l’ipotesi e’ ancora allo studio, bombardieri ad ampia autonomia di volo. Circoscritti i bersagli da colpire, di natura militare ma non necessariamente correlati in via diretta agli arsenali chimici del regime di Bashar al-Assad.
Tre i fattori indispensabili per passare all’azione: completamento delle indagini d’intelligence sull’effettiva responsabilita’ del clan di Assad nella strage lealista del 21 agosto alla periferia est di Damasco; luce verde dagli alleati e dallo stesso Congresso, che appena ieri ha reclamato il diritto a essere interpellato preventivamente dalla Casa Bianca; e infine determinazione di una valida giustificazione del blitz sulla base delle norme di diritto internazionale.
Dunque, una piattaforma complessa per un’operazione che deve comunque essere la piu’ semplice e lineare possibile
Simpatico Lavrov: la Russia non ha intenzione di attaccare nessuno a causa della Siria
..fortunatamente …pero’……..leggo che..
..la Russia ha inviato sofisticati missili anti-nave della tipologia Yakhont al regime di Damasco, dotati di radar avanzati che li rendono più efficaci rispetto a quelli già forniti in precedenza…