26 ago. – Una risposta all’uso di armi chimiche da parte del regime siriano sarebbe possibile anche senza l’appoggio unanime del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico William Hague alla Bbc radio
La Turchia sarebbe pronta a unirsi a qualunque coalizione internazionale si formasse per intervenire militarmente in Siria contro il regime di Bashar al-Assad, anche qualora non fosse possibile raggiungere un ampio consenso al riguardo in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e dunque persino in assenza di uno specifico mandato Onu. Lo ha affermato il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Milliyet’.
“Noi”, puntualizza sul giornale Davutoglu, “diamo sempre la priorita’ alle azioni concertate con la comunita’ internazionale, e con le decisioni delle Nazioni Unite. Se pero’ una decisione del genere dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu non sorgesse”, ammonisce il capo della diplomazia turca, “allora sull’agenda finirebbero altre alternative. Al momento, di tali alternative stanno discutendo 36-37 Paesi e, se si creasse una coalizione contro la Siria, la Turchia vi prenderebbe il proprio posto”.
“Fin dal principio”, prosegue Davutoglu, “la Turchia ha sostenuto che la comunita’ internazionale non deve limitarsi a stare a guardare di fronte ai massacri perpetrati dal regime di Assad. Lasciare impuniti leader e regimi che ricorrono a simili pratiche indebolisce la capacita’ di deterrenza della comunita’ internazionale”, osserva. Chi commette crimini di guerra e contro l’umanita’ deve assolutamente essere punito”.