26 ago – Il Patriarca maronita del Libano, card. Bechara Rai ha stigmatizzato come ”un crimine contro Dio, contro l’umanita’, contro il Libano” gli attentati alle moschee di Tripoli e quella a Roueiss, nella banlieue sud della capitale. Nell’omelia tenuta ieri a Dimane, la residenza estiva del patriarca, riferisce l’agenzia AsiaNews, egli ha espresso solidarieta’ e preghiere alle vittime e alle famiglie delle due regioni, invocando l’unita’ nazionale, esortando i capi politici a far uscire il Paese dall’empasse. Da mesi il Libano non ha un governo, per gli ostacoli e le richieste che gli Hezbollah pongono sul tavolo e per le diverse posizioni dei partiti sulla situazione siriana.
Puntando il dito verso la classe politica, egli ha detto: ”Di fronte alla mostruosita’ che ha toccato il Libano, dal sud di Beirut fino al cuore del Nord, gli uomini al potere e le parti in conflitto che rifiutano di sedersi al tavolo del dialogo, che bloccano la formazione di un nuovo governo, paralizzano il parlamento e sospendono la vita pubblica, devono prendere coscienza che sono essi i responsabili del caos sulla sicurezza, della proliferazione delle armi illegali, delle auto-bomba itineranti, delle esplosioni e del sangue dei martiri innocenti”. ”La loro pesante responsabilita’ davanti a queste catastrofi nazionali – ha aggiunto il card. Rai – impone loro il dovere di far uscire il Paese dalle coordinate del conflitto confessionale regionale, liberandolo dalle direttive straniere e separandolo dagli sviluppi siriani”
Normale credo parla così di una religione ostile figuriamoci della sua,
Spero che lo stesso concetto valga per le Chiese cristiane!