22 ago – La Corte Suprema delle Maldive ha annullato la decisione del tribunale dei minori che a febbraio aveva condannato una ragazza 15enne, vittima di violenze sessuali, a subire 100 frustate. La giovane era stata giudicata colpevole del reato di fornicazione. La vicenda della giovane aveva suscitato interesse e indignazione in tutto il mondo, in particolare da parte delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Il patrigno della ragazza si trova attualmente sotto processo con l’accusa di avere violentato la giovane, averla messa incinta e poi avere ucciso partorito dalla giovane a seguito delle violenze.
Amnesty International, attraverso Polly Truscott, vicedirettore per l’area Asia-Pacifico dell’organizzazione, si dice “sollevata” dal fatto che “alla ragazza sara’ risparmiata una punizione inumana, basata su una condanna oltraggiosa, della quale auspichiamo la cancellazione”.
Nel motivare la propria decisione la Corte Suprema, riferiscono i media locali, ha affermato che la sentenza del tribunale dei minori si basava su una confessione resa dalla ragazza mentre soffriva di disordine da stress post-traumatico a causa delle violenze subite. La giovane aveva rivelato di avere avuto rapporti sessuali anche con un latro uomo. La ragazza sarebbe stata punita con le 100 frustate al compimento del 18esimo anno di eta’. A presentare l’appello a nome della ragazza e’ stato il governo delle Maldive, dopo l’impressione suscitata dalla vicenda a livello internazionale.
Ma perchè? Perchè essere cosi inumani, selvaggi, ignoranti? Perchè? Il mio pallino era andare un gg in vacanza alle Maldive, ma, mi ricredo, non andrò mai e dico mai a dare i miei pochi soldi da turista a stati, città o paesi musulmani, per me tutti potrebbero morire di fame, non me ne fregherebbe nulla!!!!
Conosco la storia e l’indignazione suscitata all’epoca.
Un buon finale che forse apre qualche evoluzione nell’Islam ma, ce ne vorrebbero un migliaio al giorno di finali cosi’ per vedere un Islam umano………………
l’islam non mi piace è violento e basta e nega la dignità alle donne