15 ago – Sarwar Hussaini, 24 anni, domenica scorsa è uscita di casa per andare al mercato. Non è dato sapere se la ragazza fosse di fretta o sovrappensiero, sta di fatto che ha dimenticato di chiedere il permesso al marito e questo gesto le è costato la vita. Almeno è quanto sostiene la polizia di Chahar Dara nella provincia di Kunduz, nell’Afghanistan settentrionale. Il capo delle forze di sicurezza, Mohayyudin Khan, ha spiegato che l’uomo “ha sparato a sua moglie di 24 anni domenica pomeriggio solo perché era andata al mercato per fare acquisti”. “L’omicida è scappato dopo l’assassinio e la polizia ha iniziato le operazioni di ricerca”, ha aggiunto Khan secondo quando riporta l’agenzia di stampa tedesca Dpa.
L’episodio ha dell’incredibile persino per gli standard del Paese centro-asiatico, dove la violenza contro le donne è pratica sistematica. A luglio la Commissione afghana indipendente dei diritti umani aveva espresso preoccupazione per il crescente numero di casi di violenza contro le donne. Oltre 700 quelli commessi tra il 20 marzo e il 20 giugno, il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nello stesso periodo 240 donne sono state uccise da persone di famiglia.
Nonostante i passi avanti compiuti dopo la caduta del regime talebano, 12 anni fa, i diritti delle donne in Afghanistan fanno fatica ad essere riconosciuti. Lo scorso maggio il Parlamento ha bocciato una legge contro la violenza sessuale a causa dell’opposizione dei partiti più conservatori che la consideravano contraria alla sharia.
Su questo blog abbiamo raccontato spesso le tristi vicissitudini delle donne in Afghanistan. Un caso che ha colpito molto i nostri lettori è quello di Sahar Gul, la sposa bambina ridotta in fin di vita dal marito e da alcuni parenti perché non voleva prostituirsi. La ragazzina, che al momento del crimine aveva 15 anni, non ha mai ottenuto giustizia. I suoi aguzzini sono stati liberati a luglio perché colpevoli solo di “violenze familiari”.
/lepersoneeladignita.corriere.it
Come faccio a commentare un omicidio di si fatta motivazione. Ciò che invece desidero mettere in evidenza è la violenza sulle donne in generale che mi orripila. In Italia non si è da meno anche se, per nostra indole, la percentuale è molto inferiore rispetto a quella afgana e indiana.
A questo punto credo che dovrebbe essere l’O.N.U. che con un congresso ad hoc dovrebbe poter vigilare e punire, tramite il tribunale per la Difesa dei Diritti Umani, gli esecutori materiali, in pieno accordo con il governo della nazione interessata. Sarà possibile?
“L’episodio ha dell’incredibile persino per gli standard del Paese centro-asiatico, dove la violenza contro le donne è pratica sistematica”
la violenza contro le donne e i femminicidi sono pratica sistematica anche in occidente.