Il mondo della ricerca chiede che il metodo Stamina sia reso pubblico

vannoni6 ago – Rendere integralmente pubblico il metodo Stamina consegnato al ministero della Salute in quanto ”non vi è nessun motivo di segretezza”: lo chiedono in una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, 20 ricercatori italiani di livello internazionale. Tra le firme, quella del direttore dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem), Andrea Ballabio; del co-direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), Piergiuseppe Pelicci; dell direttore dell’Istituto ‘Mario Negri’, Silvio Garattini.

La lettera è firmata anche da Giulio Cossu, ora all’University College di Londra, che ha preferito non partecipare alla Commissione Scientifica istituita dal ministero della Salute per il metodo Stamina; dal direttore del Laboratorio Cellule Staminali dell’università Sapienza di Roma, Paolo Bianco; dal rettore della Sapienza, Luigi Frati; dalla direttrice del centro di ricerca Unistem, Elena Cattaneo; dal direttore Centro di Medicina Rigenerativa ‘Stefano Ferrari’ dell’università di Modena e Reggio Emilia, Michele De Luca.

”Vorremmo sapere – si legge nella lettera – se il protocollo consegnato all’Iss coincide con quel ‘metodo’ Stamina gia’ nel dominio pubblico (domande di brevetto, dichiarazioni). Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti”.

Per i ricercatori ”non esiste ragione di segretezza” poiché la sperimentazione non è sponsorizzata da un’industria nè è protetta da brevetto, ma è ”promossa per legge e finanziata dallo Stato come conseguenza di circostanze eccezionali di disinformazione di massa e compromissione dell’ordine pubblico; è condotta allo scopo di rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un ‘metodo’ tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza”.

Secondo gli esperti quello consegnato al ministero ”potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa”. I firmatari rilevano inoltre che ”nè la legge 57 nè il Dm attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Vannoni Davide e organi tecnici del Ministero; nè prevedono la partecipazione stabile di Vannoni Davide e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; nè prevedono che Vannoni Davide imponga le sue regole. Nè prevedono la secretazione del protocollo”.