Firenze, 23 lug. – Il Corpo forestale ha disarticolato un traffico internazionale di rifiuti. Nell’ambito dell’operazione, che si e’ svolta in tutta Italia, sono state disposte 2 misure di custodia cautelare, mentre 100 sono state le perquisizioni tra aziende e domicili privati, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Firenze.
Impegnati 450 uomini del Corpo forestale dello Stato e dell’ Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con la collaborazione della Polizia delle Comunicazioni, della Polizia Provinciale e del personale dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT).
Dieci le regioni interessate.Le persone interessate dalle misure di custodia cautelare sono, secondo le accuse, esponenti della criminalita’ organizzata di tipo mafioso con base operativa su Prato e si tratta di 2 uomini, padre e figlio. Quest’ultimo e’ stato condotto presso il carcere di Prato mentre il padre, si trova all’estero. Le indagini, ancora in corso, hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d’Italia, in particolare nel territorio toscano, e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili, commercializzati illecitamente.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, questi materiali venivano dichiarati materie prime secondarie, a seguito di operazioni di recupero solo simulate. Sono stati individuati diversi gruppi organizzati e strutturati in base ad una precisa ripartizione dei ruoli dei singoli associati volta a realizzare, in maniera continuata e professionale con finalita’ di ingiusto profitto, attraverso la reiterata violazione degli obblighi e delle garanzie previste dalla legge, un traffico ingente di rifiuti verso paesi come la Cina e la Tunisia. Oltre al traffico illecito di rifiuti e’ stata contestata anche l’associazione a delinquere. –
Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere la coesistenza di un’attivita’ di usura ed estorsione, condotta parallelamente alla gestione illecita di rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali, trovatisi in serie difficolta’ finanziarie per il perdurare della crisi economica. Pertanto la Polizia Giudiziaria ha proceduto anche per il reato di usura pluriaggravata e con le finalita’ mafiosa. Durante le attivita’ oltre ai reati oggetto della misura cautelare ovvero usura e tentata estorsione, sono emersi ulteriori reati dello stesso tipo in danno di imprenditori in condizioni economiche difficili.
Le attivita’, tuttora in corso, hanno riguardato 10 regioni: Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna hanno interessato oltre 100 siti tra aziende, sedi di societa’ e domicili privati, tutti facenti capo a soggetti coinvolti in un ampio traffico internazionale di rifiuti provenienti, in gran parte da raccolte umanitaria effettuate da organizzazioni senza scopo di lucro. In violazione della normativa che disciplina il traffico transfrontaliero di rifiuti, le spedizioni intercettate avevano come destinazione paesi del nord Africa, dell’estremo oriente e dell’Est Europa. Una parte dei rifiuti trovava invece collocazione sul mercato nazionale degli indumenti usati, in violazione delle norme di settore, comportando rischi per la salute e l’incolumita’ degli ignari acquirenti.