21 lug. – Uno sciopero generale delle donne per far vedere che “senza di noi non si va da nessuna parte”. E’ l’appello lanciato in Rete dalle giornaliste freelance Barbara Romagnoli e Adriana Terzo, e dalla presidente del centro interculturale ‘Trama di Terre’, Tiziana Dal Pra, che in poco piu’ di un mese ha gia’ raccolto quasi mille adesioni.
L’appuntamento, per donne e uomini, e’ per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne proclamata dall’Onu. Tre le modalita’ per dire no al femminicidio e agli abusi contro le donne: esporre lenzuola o pezzi di stoffa rossa dai balconi o dalle finestre; osservare 15 minuti di silenzio, in piedi, interrompendo qualunque attivita’ di lavoro si stia svolgendo; aderire a cortei e manifestazioni di piazza organizzate sul territorio.
“Pensavamo che l’uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno – inizia l’appello -invece no. L’insulto che e’ stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge, da un’altra donna, dice molto piu’ di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte a una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali.
Ma non basta”. Le firmatarie chiedono che “la parola femminicidio non venga piu’ sottovalutata, svilita, criticata” perche’ “racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto”. E ancora si legge: “Quanta disumanita’ nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita’, il ruolo multiforme delle donne”.
“Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo”, continua l’appello, “proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese.
Perche’ sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c’e’ societa’ che tenga. Perche’ la rabbia e il dolore, lo sconforto e l’indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte”. E ancora: “Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto”. AGI
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Pubblicare i casi di donne che uccidono uomini vi fa fatica? Magari scopriremmo che si parla di un’ emergenza inventata. E dal punto di vista giornalistico sarebbe il caso dell’uomo che morde il cane.