(OPI – 17.7.2013) Elio Lannutti, fondatore dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Assicurativi) che presiede dall’atto della sua costituzione (1987), è anche un politico, un saggista ed un giornalista ma, soprattutto, ha una vasta esperienza, come pochi ne hanno, in fatto di banche e di finanza per aver lavorato, dopo essersi laureato in Scienze Sociali con indirizzo economico presso l’Università “La Sapienza” a Napoli, per 15 anni come bancario, divenendo anche dirigente sindacale. Proprio per la sua esperienza in tale campo, ha collaborato con importanti quotidiani, tra i quali Il Messaggero (1986-1989), La Repubblica-Affari & Finanza (1988-1991), Avvenimenti (1987-1999), con inchieste, rubriche ed articoli economici a tutela dei diritti dei consumatori-utenti. Nel 1988, inoltre, ha fondato il settimanale “Avvenimenti” e dal 2008 fino all’anno scorso è stato anche Senatore della Repubblica eletto come indipendente nelle liste dell’Italia Dei Valori. Particolarmente interessante, tra le sue attività, quella di aver contrastato illegalità, leggi ad personam, indulto, truffe ed abusi a danno dei cittadini, reati ambientali, e di aver denunciato la lunga catena di scandali finanziari nonchè la connivenza delle autorità preposte ai controlli – Consob e Bankitalia in primis – che ha coinvolto 1.000.000 risparmiatori per un controvalore di 50 miliardi di euro, dallo scandalo Bipop-Carire (ottobre 2001), al crack Parmalat, Cirio, bond argentini, ai furbetti del quartierino, contribuendo alle dimissioni dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio.
Oltre ad aver partecipato nel 2002 ai negoziati con il Governo argentino sul default per tutelare 450.000 risparmiatori ottenendo in Tribunale centinaia di sentenze di nullità dei contratti, Lannutti ha condotto altre numerose battaglie con le quali ha contributo a battere definitivamente le banche sull’anatocismo e ad ottenere la rinegoziazione dei mutui usurari “prima casa”. Non ultimo, Lannutti è anche autore di numerose pubblicazioni, tra le quali “Euro, la rapina del secolo” (Editori Riuniti), “La Repubblica delle Banche” (Arianna Editrice), con prefazione di Beppe Grillo, “Bankster (molto peggio di Al Capone i Vampiri di Wall street e Piazza Affari)” Editori Riuniti, “I Furbetti del Quartierino” (Editori Riuniti – i primi con Mauro Novelli, gli ultimi due realizzati con Michele Gambino).
Cos’è esattamente oggi la Banca d’Italia, cosa rappresenta ed è ancora un’Authority in grado di vigilare?
“La Banca d’Italia è l’appendice agli istituti di credito e Draghi, prima, Visco oggi, e la Tarantola sua nullità che è andata a fare la presidente dela Rai, sono i carnefici dei risparmiatori e dei consumatori e la loro immensa disgrazia ha causato il crack finanziario e industriale. Sono i dati di fatto. Il capitale della Banca d’Italia è in mano alle banche private. Unicredit ed Intesa hanno il 70 per cento delle azioni Banca d’Italia. C’è una legge del 2005, quando venne nominato Draghi, che prevedeva che la Banca d’Italia dovesse ritornare nelle mani pubbliche entro il 2008. Questo non è accaduto e noi abbiamo fatto una denuncia alla Corte di Giustizia Europea per far condannare la Banca d’Italia, banca che è stata gestita da uno dei figli di troika prediletti, che si chiama Mario Draghi, gli altri sono Lagarde, Barroso, eccetera. Noi continuiamo a batterci ed abbiamo citato Banca d’Italia, Consob, Mario Draghi, Tarantola, Visco e Nomura, che è quello che ha spacciato i derivati avariati, ricordiamo Santolini, Doich Bank di Debustis. Ricordiamocele queste cose e ricordiamoci anche che c’è già fissata l’udienza al Tribunale dei ministri di Firenze per il 15 di novembre di quest’anno”.
Chi fisicamente dovrà comparire dinanzi al tribunale il prossimo 15 novembre?
“Mario Draghi, Visco e Dragomanni, come io chiamo il ministro Saccomanni”.
Il Paese è messo così male?
“Purtroppo sì. Siamo messi male perché il Paese non ha più regole e perché nel nostro Paese chi comanda è la finanza. Voglio ricordare che i pronti derivati sono 700 mila miliardi di dollari ed il Pil del mondo è 60 mila miliardi di dollari. E questi hanno spacciato derivati ad enti locali, province, regioni e persino al Tesoro! Non c’è trasparenza. Quando a Dragomanni abbiamo detto: hai perso 3,1 miliardi nella negoziazione dei derivati non è successo nulla perché poi ci sono … le “porte girevoli”: Vittorio Grilli e Siniscalco stanno all’Economia e poi vanno alle banche d’affari. Banche di affari e di malaffari”.