14 lug. – Una giuria in Florida ha assolto George Zimmerman, l’ ex vigilantes volontario che nel 2012 sparo’ e uccise un giovane afroamericano disarmato: la sentenza, emessa da una giuria di sole donne e che ha sancito l’immediata scarcerazione dell’ispanico autore dell’omicidio e’ destinata a riaprire il dibattito sul razzismo e sulle leggi sulla legittima difesa.
Il verdetto, che ha scatenato le immediate proteste di alcuni gruppi a tutela dei diritti civili, e’ arrivato dopo oltre 16 ore di camera di consiglio. In aula ad ascoltarla, Zimmerman -il volto come una statua di pietra- ha accennato solo un lieve sorriso, mentre i suoi genitori si abbracciavano e la moglie si scioglieva in lacrime. Non c’erano invece i genitori del ragazzino. All’esterno del palazzo di Giustizia, alcuni decine di manifestanti non hanno nascosto la propria indignazione. – Il vigilantes volontario rischiava una condanna per omicidio di secondo grado (che avrebbe potuto portarlo in prigione a vita) o omicidio colosto. La vicenda e’ da tempo un caso nazionale. Bianco e ispanico Zimmerman; afroamericano e incensurato, Trayvon Martin, il ragazzino 17enne ucciso nella notte del 26 febbraio 2012.
Zimmerman, 28 anni, era il capitano del sistema volontario di vigilanza di quartiere nella comunita’ Retreat, a Twin Lakes, in piccolo sobborgo di orlando, a due passi dai sogni di Disney World. L’ex agente assicurativo aveva gia’ nel passato denunciato piu’ volte alla polizia la presenza di afroamericani ‘sospetti’. Martin, che viveva a Miami, era a Sanford per visitare la famiglia ed era uscito dalla casa di un’amica per andare al supermercato: camminava portando con se’ un sacchetto di dolciumi e una lattina di te’ freddo, con il cappuccio della felpa tirato sul capo perche’ quella notte pioveva. Fu avvicinato da Zimmerman, che aveva chiamato la polizia dicendo che “un afroamericano camminava con qualcosa in mano e si muoveva in maniera sospetta”. Zimmerman sparo’ dopo un inseguimento e una colluttazione.
Il caso, nell’America che ha eletto il primo presidente nero della storia, ha scatenato la comunita’ afroamericana e risvegliato il movimento dei diritti civili che chiedono giustizia per l’omicidio impunito. “Se avessi un figlio somiglierebbe a Trayvon”, disse due mesi dopo l’accaduto, Barack Obama, scegliendo il ‘canale’ emotivo per sintornizzarsi con la comunita’ arfoamericana in rivolta.
A sostegno di Martin e della sua famiglia sono scesi in campo anche Michael Moore e Spike Lee. Zimmerman ha sempre sostenuto che e’ stata legittima difesa. Al centro del caso c’e’ anche la controversa legge, ‘Stand your Ground’, vigente in 21 Stati e che consente a chiunque di ricorrere a “misure di forza letale” per difendersi in caso si senta minacciato. (AGI) .