13 lug. – In Italia la crisi economica ha fatto aumentare i furti. E’ quanto emerge dallo studio pubblicato sul sito della Banca d’Italia, ‘L’impatto della crisi economica sulle attivita’ criminali’. “Vi e’ una diffusa preoccupazione circa la possibilita’ che la crisi economica stia determinando una crescita delle attivita’ criminali nel nostro Paese”, spiega lo studio evidenziando che “i risultati mostrano che la crisi economica ha effettivamente avuto un impatto significativo su alcune tipologie specifiche di attivita’ criminose, quali i reati che non richiedono particolari abilita’ criminali, come i furti.
Rapporto sulla criminalità del Ministero degli Interni (che evidentemente bankitalia non ha consultato)
Le stime indicano che una riduzione dell’attivita’ economica del 10% a livello locale causerebbe un aumento dei furti pari a circa il 6%”.
L’impatto della crisi “su altre categorie di reati per cui appaiono necessarie maggiori competenze criminali, come ad esempio le rapine, e’ invece negativo”.
Non vi sarebbe, inoltre, afferma lo studio alcun legame tra l’andamento dell’attivita’ economica e la diffusione di alcuni reati di tipo non strettamente economico, quali gli omicidi, i crimini violenti e i crimini di natura sessuale. Il legame tra crisi e criminalita’ e’ meno evidente nelle quattro regioni maggiormente caratterizzate da una presenza piu’ radicata della criminalita’ organizzata (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia). Tale risultato, spiega la banca d’Italia, “potrebbe indicare che, in queste zone, la criminalita’ organizzata detenga il ‘monopolio’ dell’attivita’ illegale, per cui risulterebbe difficoltoso per un individuo improvvisare un’attivita’ criminosa a seguito delle sopravvenute difficolta’ economiche, rispetto ad altre parti del Paese dove il controllo del territorio e’ meno capillare”.
(AGI) .