13 lug – Mozioni di sfiducia dai gruppi parlamentari di Sel e M5S, rispettivamente alla Camera e al Senato, nei confronti del ministro dell’Interno Angelino Alfano per l’espulsione poi revocata di Alma Shalabayeva e sua figlia, congiunte del dissidente kazako Shalabayev.
“Solo in Italia, dopo questa gravissima mancanza del rispetto dei diritti umani, si affida l’indagine conoscitiva proprio allo stesso ministro che ne è palesemente il primo responsabile. Noi – ha annunciato il capogruppo Sel alla Camera Gennaro Migliore- saremo sempre dalla parte della tutela dei diritti umani e riteniamo che un Paese civile debba tutelarli come primo compito, per questo il gruppo parlamentare di Sel chiede le dimissioni del Ministro dell’interno Alfano e per questo intendiamo presentare una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti.”
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Dall’indagine svolta sull’espulsione della moglie e della figlia minore del dissidente kazako Muktar Ablyazov “risulta inequivocabilmente che l’esistenza e l’andamento delle procedure di espulsione non erano state comunicate ai vertici del governo: né al Presidente del Consiglio, né al Ministro dell’interno e neanche al Ministro degli affari esteri o al Ministro della giustizia”. Lo si afferma in una nota del governo che giudica “grave la mancata informativa al governo sull’intera vicenda, che comunque presentava sin dall’inizio elementi e caratteri non ordinari”. Tale aspetto “sarà oggetto di apposita indagine affidata dal Ministro dell’interno al Capo della Polizia, al fine di accertare responsabilità connesse alla mancata informativa”.
Nella nota si riconosce che “la regolarità formale del procedimento e la sua base legale sono state accertate e convalidate da quattro distinti provvedimenti di autorità giudiziarie di Roma (Procura della Repubblica del Tribunale dei minorenni il 30 maggio, Giudice di Pace il 31 maggio, Procura della Repubblica presso il Tribunale e Procura della Repubblica per i minorenni il 31 maggio). A questi provvedimenti è da aggiungere l’indagine avviata dalla Procura di Roma nei confronti della signora Alma Shalabayeva, al cui ambito appartiene il provvedimento di dissequestro del giudice del riesame concernente il denaro e la memory card sequestrati alla signora”. Tuttavia, “resta grave la mancata informativa al governo sull’intera vicenda, che comunque presentava sin dall’inizio elementi e caratteri non ordinari”.
Vuoi scommettere che nessuno del governo è colpevole della faccenda
Kasaka? Anzi no il vero colpevole il fornaio che lavora in piazza del popolo.