13 lug – “Più volte abbiamo espresso una valutazione sull’applicazione di una legge del ’57, sarebbe curioso che oggi modificassimo quel giudizio. Però la prima riforma da immaginare è quella di sottrarre la decisione in questa materia alla giurisdizione interna delle Camere”, dice il candidato alla segreteria del Pd, Gianni Cuperlo, parlando al videoforum di Repubblica.it della questione dell’ ineleggibilità di Berlusconi. “Non possiamo delegare il criterio di eleggibilità – ha evidenziato – a una maggioranza politica variabile. In Francia e Germania il giudizio è affidato a una fonte terza, la Corte costituzionale. Sarebbe saggio andare in quella direzione”
Cuperlo è stato anche interpellato sulla proposta Zanda-Mucchetti sull’incandidabilità che ha spiegato, però di non aver visto: “La leggerò – ha detto – ma le due persone che hanno depositato questa proposta sono competenti sulla materia. Non ho dubbi che sia un’ottima proposta”.
Prestigiacomo: “Pensino ai problemi economici” – Il tornare del Pd sulla questione della ineleggibilità del Cavaliere determina le reazioni degli esponenti del Pdl. “Gioverebbe innanzitutto al paese se il Pd convogliasse sulla crisi economica tutte le energie che spreca per trovare il modo, l’escamotage di eliminare Berlusconi dalla vita pubblica, non riuscendo a realizzare tale sogno decennale attraverso le elezioni politiche”, sostiene per esempio Stefania Prestigiacomo, che interpreta la proposta di Mucchetti sull’incompatibilità in chiave anti-Berlusconi. “Dovrebbe dedicarsi con il massimo impegno – prosegue – alle riforme urgenti, agli obiettivi che si è posto il governo Letta, di far ripartire l’economia, l’occupazione, la produttività. Purtroppo invece il dibattito nel Pd verte, come sempre, attorno al leader del centrodestra, tutta l’attenzione è concentrata su di lui. Oggi ad esempio c’è l’annuncio del ddl Zanda-Mucchetti i due parlamentari in trincea che si sono spesi in una rielaborazione della normativa sull’ineleggibilità del 1957 per renderla calzante a Berlusconi, che da vent’anni intanto è sulla scena politica. Una proposta peraltro – conclude – che in tempo reale il candidato del Pd Cuperlo rimanda al mittente come materia da sottrarre alle Camere e da affidare ad una fonte terza”.
Mucchetti: “Col Cavaliere non c’entra niente” – Il presentatore del ddl sulle incompatibilità, Massimo Mucchetti (Pd), però precisa: “Con il Cav non c’entra niente. Il ddl che ho presentato al Senato non c’entra nulla con Berlusconi. Annunciai in alcune interviste mesi fa la mia intenzione di modificare la legge del ’57 perché inadeguata e non in linea con i tempi. Non capisco perché si faccia ora tanto clamore su un testo che comunque non farebbe mai in tempo ad essere approvato”. tiscali