FIRENZUOLA, 13 Luglio 2013 – Il Consiglio dei Ministri ha recepito il parere negativo in merito alla Valutazione di impatto ambientale
sull’impianto idroelettrico sul Santerno in località La Rimessa – Coniale in Comune di Firenzuola.
La tutela della natura e la difesa del Paesaggio ha prevalso su ogni altro interesse.
Se si è arrivati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per un impianto di 300 KW, si ha la percezione della forza delle lobby locali sugli enti pubblici territoriali (nello specifico la Provincia di Firenze).
Si pretendeva di autorizzare l’impianto malgrado il parere negativo della Commissione Ambiente del Comune di Firenzuola e della Sopraintendenza.
L’esempio lampante di come vengono trattati i beni comuni come aria, acqua, terra e, in generale, l’ambiente.
Per questi beni la gestione pubblica in mano ad incapaci e diversamente onesti finisce per determinare allocazioni inefficienti con il risultato che, nella nostra realtà attuale, pochi individui possono aspirare a godere del beneficio derivante da sovrafruttamento delle risorse scaricandone i costi su tutta la Collettività.
E’ la versione italica della “Tragedia dei Beni Comuni” prospettata dal biologo Garrett Hardin,
autore di un importante articolo intitolato, appunto The tragedy of commons.
Ora stiamo seguendo la realizzazione di altre due centrali idroelettriche nel Comune di Imola, all’Arzella
ed alla Tosa.
Auspichiamo la cosa più naturale che possano richiedere degli ecologi: che sia realizzata una scala di risalita per i pesci.
Serve per garantire la continuità fluviale, elemento base per consentire all’ecosistema fluviale di svolgere la sua funzione di autodepurazione a livello ottimale.
La ditta proponente (spalleggiata da qualche componente nella commissione (di VIA?) sostiene che “farebbe passare i pesci siluro”. Nella realtà i pesci siluro sono già presenti a monte.
Il problema è che le centrali in questi luoghi sono a rischio economico, altri hanno già soprasseduto perchè la portata di acqua è insufficiente. Sono a valle della derivazione del Canale dei Molini che assorbe acqua per gran parte della potenza necessaria. Si fanno solo per lucrare contributi statali.
La Provincia ha gli strumenti per verificare quanto noi affermiamo, ma – per ora – non si sa se li usa.
Sia chiaro, le centrali idroelettriche NON sono fattori inquinanti. In un Fiume Pulito ci possono stare.
Il problema è che nel Santerno si scarica senza ritegno.
Ultimamente si è letto un grosso titolone su un giornale perchè il Sindaco ha vietato la balneazione. Aspettiamo un titolino dove si dica che I SINDACI vietano gli scarichi inquinanti.
All’entrata in vigore della Direttiva Europea sulla qualità delle scque il Santerno, fino al Comune di Imola
era in regola, la qualità del corso d’acqua era di classe II: BUONO; obiettivo generale della Direttiva.
Lo certifica la Provincia di Bologna. “Quaderni del rospo 2008” editore Provincia di Bologna.
Oggi la qualità fluviale nel Comune di Imola è di classe IV insufficiente, quindi è peggiorata di molto. E’ peggiorata a valle di Borgo Tossignano e più ancora dopo Casalfiumanese. A valle di un’area protetta come la Vena del Gesso, è il colmo.
Lo si rileva dal sito dell’Autorità di Distretto: http://www.appenninosettentrionale.it/pmapper/map.phtml?config=PG_stato_sup&resetsession=ALL
Anzichè affrontare i problemi, si sta lavorando ad una proroga – proposta dalle lobby – per posticipare al 2024 il termine per pervenire agli obiettivi della Direttiva. Oggi fissati al 2016 (tra tre anni): http://www.appenninosettentrionale.it/pmapper/map.phtml?config=PG_obiettivo_sup&resetsession=ALL
Nel frattempo si va avanti come se la Direttiva Comunitaria non esistesse. Si autorizza ora quello che poi si dovrà smantellare.
Intanto su questa Direttiva sono già state attivate due procedure di infrazione da parte della
Commissione Europea. Investire sul risanamento e sulla prevenzione significa posti di lavoro per giovani professionalità.