6 lug – Nel giugno scorso calo della domanda di energia elettrica richiesta in Italia: e’ stata pari a 25,8 miliardi di kWh, con una flessione del 6,2% rispetto a giugno del 2012. Depurata dagli effetti di calendario e temperatura, spiega Terna, la variazione della domanda e’ del -5,2%. Per Assoelettrica i dati sono i peggiori di sempre.
Nel primo semestre del 2013 la domanda di elettricita’ e’ risultata in flessione del 3,9% rispetto al corrispondente periodo del 2012; a parita’ di calendario il valore e’ -3,3%.
Nel mese di giugno la domanda di energia elettrica e’ stata soddisfatta per un 87,5% con produzione nazionale e per la quota restante (12,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta e’ in calo del 6,6% rispetto a giugno 2012.
Il valore della domanda di energia elettrica di giugno, commenta il presidente di Assoelettrica Chicco Testa ”non ha precedenti nemmeno in epoche lontane. Con questo, siamo a 22 mesi consecutivi di contrazione della domanda: segno che la crisi economica si sta aggravando e che la strada da percorrere per tornare a quello che eravamo prima del 2008 e’ sempre piu’ lunga e piu’ ripida”.
Testa commenta anche il dettaglio dei dati forniti da Terna: ”La situazione del settore termoelettrico si sta facendo drammatica: a fronte di un positivo risultato delle fonti rinnovabili, cresciute sul giugno 2012 di ben 2 miliardi di kWh, le centrali termoelettriche hanno accusato un calo di quasi il 23 per cento, passando da 16 a poco piu’ di 12 miliardi di kWh di energia prodotta. Una situazione che richiede un urgente ripensamento degli assetti del mercato elettrico e delle regole del settore”.
Un dato davvero preoccupante che deve portare tutti ad una riflessione e ad un impegno per uscire da questa negativa condizione che sta penalizzando il Paese ed i suoi cittadini.
E’ ben evidente che l’uso e la disponibilità di abbondante elettricità sia un fattore fondamentale di benessere e di sviluppo, come si è potuto dimostrare nell’ultimo secono in tutti i Paesi più sviluppati del Pianeta.
Il modo poi di produrre questo bene fondamentale è altrettanto importante e l’Italia deve provvedere con urgenza a rivedere e modificare il proprio “Mix delle Fonti” utilizzate per tale scopo, se vuole ripristinare condizioni di sana competitività per il proprio sistema produttivo manifatturiero, che vuol poi dire benessere per i propri cittadini.
Come farlo? Non c’è bisogno di leggere la famosa “palla di vetro”, ma basta osservare come producono l’elettricità a casa loro tutti i Paesi più ricchi e sviluppati del Pianeta (G8 e G20), mettendo da parte le stonate sirene pseudo-ambientaliste e le fuorvianti ideologie che confondono la gente.
Grazie alle moderne tecnologie oggi disponibili, non è il combustibile di cui ci si debba preoccupare, ma il modo in cui si produce l’elettricità nelle moderne centrali termoelettriche.
Prima o poi c’è da sperare che anche il settore del giornalismo lo scoprano e ne parlino con cognizione di causa, nell’interesse del Paese.