Ora e il denaro degli speculatori è al sicuro, quello dei risparmiatori no

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3 lug – Vi avevamo avvertiti, e il 26 giugno i ministri finanziari dell’Eurozona vi hanno trasformato da risparmiatore in finanziere d’assalto. Il nuovo meccanismo di “risoluzione bancaria” approvato dall’Ecofin introduce una svolta epocale, permettendo che i soldi dei risparmiatori siano usati per finanziare istituti in bancarotta. Il rapporto fiduciario banca-cliente non esiste più. Se finora i vostri soldi tenuti in un conto di risparmio o in un conto corrente erano sempre vostri, d’ora in poi non sarà più così. Li avete affidati a un investitore e la responsabilità sarà vostra se saranno persi in speculazione ad alto rischio.

Il principio della protezione del cittadino-risparmiatore è stato sostituito con quello della “protezione del sistema” come base fondamentale della politica. In alcuni casi, come in quello italiano, è stato espressamente violato un principio costituzionale.

Concretamente, se la nuova legge per la Risoluzione Bancaria entrerà in vigore (teoricamente sia il Parlamento Europeo che quelli nazionali possono opporsi), una banca insolvente sarà salvata dall’interno e dall’esterno (bail-in e bail-out). In un primo momento, i debiti saranno saldati dagli azionisti, quindi dai possessori di obbligazioni, e infine dai risparmiatori “non protetti”. La dichiarazione finale dell’Ecofin spiega che i conti di sotto ai centomila euro e i depositi di “piccole e medie imprese (…) saranno privilegiati rispetto alle richieste di creditori ordinari non protetti, non privilegiati, e dei depositi delle grandi imprese”.

Che significa “piccole e medie imprese”? Si salveranno quelle con cinque addetti e quelle con cinquecento subiranno la confisca? Inoltre, la parola “privilegiato” non significa escluso. Infatti, come l’oligarchia ha segnalato, il buco da coprire supera i 2,5 trilioni di euro, calcolato al valore di mercato attuale degli attivi. Ciò significa che le “circostanze straordinarie” in cui “tutti i debiti non protetti e non privilegiati esclusi i depositi qualificati sono stati impiegati” nel salvataggio vengono a verificarsi facilmente in una liquidazione bancaria, dopodiché “il liquidatore può cercare fondi da fonti finanziarie alternative”. Questo è un capolavoro d’indefinitezza e lascia un varco a qualsiasi cosa, compreso il contribuente o i risparmiatori assicurati.

Il presidente della BCE Mario Draghi ha chiesto e ottenuto un impegno ex-ante dai paesi membri dell’UE ad un salvataggio pubblico se il resto fallisce, come elemento costitutivo dell’Unione Bancaria e dello schema di liquidazione bancaria. Ciò tuttavia non significa che tutte le banche saranno salvate. Il recente rapporto della BRI indica chiaramente che si applicherà un salvataggio selettivo, per espropriare il massimo dai poveri e salvare i ricchi.

I super-ricchi, le cui fortune dipendono dalla continuità dell’economia della bisca, saranno risparmiati. Il comunicato dell’Ecofin afferma che “il liquidatore nazionale avrà anche il potere di escludere, completamente o parzialmente, debiti su base discrezionale”, tra gli altri motivi “per evitare il contagio”. In altre parole, ogni debito “sistemicamente rilevante” deve essere pagato. Le scommesse con i derivati sono i debiti sistematicamente più rilevanti, come dimostrò il caso Lehman Brothers. Una volta chiuso il derivato si apre una voragine. Lo schema dell’Ecofin spalanca un altro portone per salvare ogni tipo di speculazione in derivati, escludendo dal bail-in “i debiti interbancari con scadenza inferiore ai sette giorni”. Poiché la maggior parte dei debiti in derivati è tra le banche, e ogni contratto derivato può essere trasformato in qualcosa con scadenza inferiore ai sette giorni, attraverso questo varco può passare l’intero debito speculativo, e il risparmiatore deve pagarlo per “evitare il contagio”.

Codificando in legge il principio che il denaro degli speculatori è al sicuro ma quello dei risparmiatori no, l’UE ha messo a repentaglio quella stessa “stabilità del sistema” che voleva preservare. Se si diffonde la percezione che i risparmi non sono più sicuri, ci sarà una fuga dai depositi.

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