3 lug. – Il presidente boliviano, Evo Morales, e’ in volo diretto a La Paz, ma per ore la sorte dell’aereo presidenziale e’ stata al centro di un braccio di ferro diplomatico che ha fatto rischiare la crisi tra i Paesi europei e quelli andini e sudamericani. Ed e’ l’ennesima crisi diplomatica scatenata, stavolta involontariamente, da Edward Snowden, l’ex analista della Cia che ha rivelato al mondo il pervasivo programma di spionaggio della National Security Agency americana.
Il Bolivia e’ l’unico Paese, insieme all’Ecuador e al Venezuela, che si e’ mostrato disponibile a concedere senza condizioni l’asilo politico alla ‘talpa’ in fuga e reclamata dalla giustizia statunitense.
Morales tornava in Bolivia da un vertice a Mosca quando al velivolo e’ stato negato il passaggio nello spazio aereo europeo ed e’ stato costretto ad atterrare in Austria. Ufficialmente i permessi sono stati ritirati per “ragioni tecniche”, ma poi si e’ saputa la verita’: il sospetto era che a bordo ci fosse Snowden, in fuga dalla Russia dove si trova fermo da una decina di giorni. E’ stato il Portogallo, secondo fonti boliviane, il primo a proibire all’aereo di fare scalo, mentre la Francia e l’Italia hanno vietato di sorvolare il proprio territorio, e la Spagna ha inizialmente solo permesso di fare scalo alle Canarie per fare rifornimento.
Furente la Bolivia che ha accusato la “prepotenza” imperialista degli Stati Uniti, responsabile – a sentire il governo di La Paz – di aver istigato i Paesi europei.
“Non sono un criminale”, ha protestato Morales, visibilmente irritato, chiedendosi se fosse sequestrato o arrestato. Alle 9, tutti i Paesi avevano concesso il permesso di volo all’aereo presidenziale e rimaneva in sospeso ancora solo quello spagnolo. Lo stesso Morales, che a Mosca aveva partecipato a un forum dei Paesi esportatori di gas, ha smentito seccamente che Snowden si trovasse a bordo: “Non lo abbiamo proprio visto (a Mosca)” e “non e’ stato mai” argomento di conversazione con le autorita’ russe. Ma non e’ bastato: gli austriaci hanno anche voluto perquisire il velivolo. La Bolivia, secondo cui la mancanza di permesso di transito, comunicata in pieno volo, ha messo “a serio rischio” la vita del presidente, si e’ rivolta all’Onu per chieder un chiarimento. Di Snowden invece, ancora nessuna traccia: rimane nel limbo territoriale e legale della zona transiti dell’aeroporto di Mosca. E i Paesi disposti ad accoglierlo sono davvero pochi.