30 giu – La Croazia sale, senza troppa convinzione, sulla carovana europea. Da domani diventa ufficialmente il 28esimo membro dell’Unione.
Dodici anni dopo la sua indipendenza, Zagabria si unisce al club di Bruxelles che conta nove Paesi in recessione ed è nel pieno della crisi dell’eurozona. Sarà uno degli Stati più poveri. Il suo Pil è del 39% sotto la media europea, davanti solo a Romania e Bulgaria.
“Credo che potrà rivelarsi un vantaggio solo se l’Unione europea non continuerà a perseguire la folle politica economica dettata dalla Germania e dal Fondo monetario internazionale – sostiene Paul Stubbs, ricercatore presso l’Institute of Economics di Zagabria – In Europa c’è un nucleo forte e una periferia molto debole”.
In recessione dal 2009, la Croazia spera che l’adesione si tradurrà in nuovi investimenti e conta sui fondi europei in arrivo – quasi 123 miliardi da qui al 2020 – per il rilancio dell’economia e il contrasto alla disoccupazione.
“La gente si illude che l’Unione europea sia grande, super e che l’erba sia più verde laggiù – il parere di Mane Valovic, un abitante della capitale – Ma in realtà, credo che l’erba sia gialla così come qui”.
“Personalmente non vedo l’ora di far parte dell’Unione europea. Ci hanno detto che i prezzi dei generi alimentari si abbasseranno – spiega Natasa Malovic, studentessa – Ma più in generale, provo sentimenti contrastanti riguardo la nostra adesione”.
condoglianze Croazia ma……………..condoglianze al popolo.
La “casta” locale i propri conti li ha gia’ fatti e, per loro, sara’ un buon affare.
Poi, se qualcuno protesta, ci sono sempre le forze dell’ordine che non ricordano piu’ quale dovrebbe essere la loro vera funzione.