25 giu – La ministra Kyenge ai microfoni di Radio Capital:
“In questo contesto è uscito un problema sommerso: la difficoltà di alcune persone di accettare il cambiamento. E’ brutta la violenza che viene fuori ma questo ci mette di fronte a un problema da affrontare: il razzismo sommerso. Per ogni cambiamento la strada da fare è lunga… E’ un problema da affrontare senza contrapposizioni, reagire sì, ma anche essere pronti ad accompagnare i cambiamenti. Ho imparato nel corso degli anni a far fronte a qualsiasi tipo di violenza e la mia prima risposta è la non violenza. E’ un percorso personale che ho fatto lungo gli anni, quando sono stata messa di fronte a tantissime difficoltà.
Da quando sono arrivata in Italia ho subìto tanto razzismo ma con una risposta violenta non si arriva da nessuna parte. La miglior risposta è la non contrapposizione, il mostrare un modello di comportamento positivo. L’unica volta che ho denunciato qualcuno è stato perché mi aveva messo le mani addosso, ma non ho fatto in tempo a ottenere giustizia perché la persona denunciata nel frattempo è morta”.
“Un crimine è sempre un crimine e va condannato ma si deve anche capire il disagio da dove proviene, capire le cause perché questo poi permette di fare buone leggi che mettano l’individuo al centro. Prima di diventare ministro stavo scrivendo un dossier dal titolo ‘razzismo istituzionale’ con l’obiettivo di capire le origini del disagio, come le persone vivono, le loro difficoltà che possono portare fino a un certo punto. Ci sono persone fragili, c’è chi ce la fa, chi no”.