25 giu. – Sempre piu’ fitto il giallo su dove si trovi Edward Snowden, la ‘talpa’ dell’Nsagate che ha rivelato il programma globale d’intercettazioni segrete della Cia.
Nessuno lo ha piu’ visto, e nel frattempo si registra la durissima reazione di Russia e Cina dopo le accuse rivolte loro dagli Stati Uniti, di aver “deliberatamente” aiutato a fuggire il giovane informatico americano.
“Infondate”, “irragionevoli” e “inaccettabili”: praticamente identiche le parole con cui le autorita’ di Mosca e Pechino hanno respinto al mittente gli addebiti dell’amministrazione Usa. La stampa cinese ha aggiunto che “non si possono tollerare tanta stizza e ostilita’”.
Dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha aggiunto un dettaglio non trascurabile: ha puntualizzato infatti che il fuggiasco “non ha varcato la nostra frontiera”. Un inciso sibillino, che potrebbe alternativamente alludere al fatto che l’ex analista mai sarebbe arrivato nella Federazione oppure, piu’ verosimilmente, che non si e’ mosso dall’area transiti dello scalo moscovita di Sheremetyevo, dove era giunto domenica pomeriggio da Hong Kong, senza dunque entrare sul territorio nazionale.
L’impressione e’ che nelle ultime ore si stia giocando la partita vera sulla sorte di Snowden, e che questa si faccia sempre piu’ delicata e complessa. Un segnale in tal senso puo’ essere un’indiscrezione di “fonti bene informate” riferita dall’agenzia di stampa russa ‘Interfax’, secondo cui e’ possibile che si proceda al fermo dell’ex analista statunitense, allo scopo di poter controllare la regolarita’ dei documenti in suo possesso, e in particolare del passaporto.
A Snowden in effetti quello originario americano e’ stato annullato. Ora sarebbe sprovvisto di documenti validi, e proprio per questo sarebbe in attesa di un lasciapassare da parte dell’Ecuador, cui ha chiesto asilo politico. Senza, un eventuale arresto e la conseguente estradizione diverrebbero assai piu’ facili, se non addirittura automatici.
L’unico fatto certo e’ che la ‘talpa’ non era ne’ a bordo del volo Su-150 della compagnia di bandiera russa ‘Aeroflot’, che avrebbe dovuto condurlo a Cuba, ne’ all’aeroporto dell’Avana. Beffati decine di giornalisti che si erano messi in viaggio intercontinentale solo per intercettarlo