Sciopero della fame per protesta: “Abbiamo fame e sete di Giustizia. Vogliamo saziarci di questo!”

alessandra creanza 1013968_10151662238827346_273038175_nA 48 Ore dall’inzio dell sciopero della fame. La protesta nonviolenta, che consiste nello sciopero della fame e che ha avuto inizio in data 22 Giugno 2013, non nasce da una pretesa, ovvero quella di cambiare da un giorno all’altro la Magistratura italiana o vedere che da domani ci sia una Giustizia “giusta”. La protesta nasce da un desiderio: quello di avviare una discussione seria che porti ad un reale cambiamento nel sistema Giustizia in Italia. 

Siamo stanchi di vedere all’interno dei nostri Palazzi di Giustizia, Magistrati che si scontrano con altri Magistrati. Siamo stanchi di vedere divisioni, conflitti, invidie tra colleghi e “tifi” da stadio a favore o contro un collega a seconda della convenienza del momento da parte di qualcuno. Siamo stanchi di vedere Magistrati che spiano altri Magistrati, di sentire pettegolezzi o altre cose di questo genere. 

Siamo stanchi di vedere un CSM – Consiglio Superiore della Magistratura che da una parte non sa tutelare chi con professionalità, alto senso dello Stato, con spirito di Servizio ha fatto semplicemente il proprio Dovere, ed anzi utilizza i mezzi di cui dispone per tentate di delegittimarli, isolarli, impedendoli così di fatto di svolgere le proprie funzioni in perfetta autonomia ed indipendenza.
D’altra parte, invece, risulta non capace di avviare seri provvedimenti nei confronti di chi il proprio Dovere non lo fa. 

Noi vogliamo vedere una Magistratura davvero autonoma ed indipendente da ogni possibile condizionamento da parte di altri poteri dello Stato. Vogliamo vedere un sistema capace davvero di garantire il rispetto della Legge e non vedere che all’interno del sistema stesso la parola Legge non è uguale per tutti. 

hiediamo Giustizia, verità. Vogliamo poter continuare a credere che in Italia una Giustizia vera, sana sia possibile.
Chiediamo una Magistratura che sappia battersi tutta per i Valori portati avanti da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che la Giustizia, la Verità, non rimangano solo vuote parole.
Ma il senso di responsabilità deve provenire anche da ciascuno di noi, da ciascun cittadino. La Giustizia è di tutti, per tutti.

Alessandra Creanza 
Arnaldo Lovecchio