22 giu – L’11-12 giugno alla Corte Costituzionale tedesca a Karlsruhe si sono tenute udienze pubbliche sulla costituzionalità del Meccanismo Europeo di Stabilizzazione (MES) e sulle “transazioni monetarie” della Banca Centrale Europea, con cui la BCE acquista titoli sovrani dei paesi membri dell’Eurozona. Solo in Germania sono stati presentati ricorsi costituzionali nei confronti delle due istituzioni europee. Se, come ci si attende, la Corte opterà per la linea “politicamente corretta” e confermerà le precedenti sentenze a favore dell’UE, imponendo però restrizioni sul MES e la BCE, non sarà possibile ripetere i salvataggi bancari delle banche europee della stessa entità di quelli attuati tra il 2008 ed il 2012, almeno non utilizzando queste due istituzioni.
L’argomentazione più forte contro l’UE è stata sollevata l’11 giugno dal giurista Dietrich Murswiek, che parlava per conto del querelante Peter Gauweiler (parlamentare della CSU). Murswiek ha definito l’udienza “un momento storico” giacché quanto deciderà la corte “potrebbe rivelarsi la sentenza più importante per decenni a venire. E’ in gioco la stessa democrazia”. La politica della BCE di salvataggio dell’Euro al di fuori di ogni controllo democratico e condotta ad “ogni prezzo” è “irresponsabile e dannosa per la democrazia”, ha denunciato Murswiek.
Le sentenze precedenti sull’Euro, ha aggiunto, “hanno lanciato vari segnali, imponendo restrizioni, ma hanno dato il via libera ai politici, alle infami delibere ‘sì-ma’. Questa linea non può più essere seguita”. Ora sono stati raggiunti i limiti stabiliti dalla Corte, ed “un sì-ma non servirà più. Ora ci vuole un chiaro No”.
Per Murswiek è chiaro che i mercati finanziari protesteranno contro una simile sentenza, ma “se la democrazia soccombesse alle banche, sarebbe perduta”. Le decisioni della Corte non possono essere influenzate dai mercati finanziari. Le argomentazioni di Murswiek ricordano molto quelle della campagna anti-Euro e per la separazione bancaria condotta dal movimento di LaRouche in Germania ed altri paesi europei, tra cui l’Italia.
Gli esponenti a favore dei salvataggi bancari, incluso il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ed il membro del Consiglio direttivo della BCE Jörg Asmussen, hanno espresso ampiamente il loro punto di vista antidemocratico sostenendo che la crisi dell’Euro pone una “situazione di emergenza senza precedenti” che richiede “interventi speciali” anche se non ci sono le basi giuridiche per farlo ed i rispettivi parlamenti nazionali non le hanno approvate.
La loro argomentazione va chiaramente nella direzione di una dittatura sovrannazionale, anche se questa parola non è stata menzionata a Karlsruhe. Un altro querelante, Andreas Fisahn, a nome del partito Linke, ha sottolineato che essa riporta a Carl Schmitt, il giurista i cui scritti gettarono le basi per il nazismo ed i “decreti di emergenza” di Hitler 80 anni fa. Allo stesso modo, Markus Kerber del gruppo Europolis ha citato l’infame scritto di Schmitt sull'”emergenza costituzionale” che giustificò la creazione di una nuova istituzione che scavalcasse tutte le altre per tutta la durata dell’emergenza.
In sintesi, le udienze della Corte Costituzionale mettono sul tavolo l’alternativa: preservare la Costituzione tedesca, ed implicitamente anche quella degli altri stati membri dell’UE, o permettere che prevalgano gli eurocrati filo-dittatura ed i mercati finanziari. Come delibererà la Corte? Staremo a vedere, ma una sentenza non è prevista prima delle elezioni politiche in Germania il 22 settembre.