Comiso, lo scalo fantasma dei migranti. Enac lo considera «uno scalo privato»

COMISO XEGYANGE3300-kxTC-U10103735104387FrB-330x185@LaStampa_itCOMISO 23 giugno 2013 –  Il primo aereo con passeggeri «veri» avrebbe dovuto essere, ventuno giorni dopo l’apertura ufficiale dello scalo, il «Dash 8» turboelica che venerdì mattina ha portato in Sicilia un gruppo di turisti maltesi. Ma, tolti due voli privati nelle scorse settimane, il battesimo della pista dell’aeroporto di Comiso lo ha fatto, giovedì notte, un Boeing della Mistral Air proveniente da Lampedusa.

 A bordo, un centinaio del migliaio di migranti sbarcati negli ultimi giorni nella piccola isola delle Pelagie. Il, finora deserto, «Magliocco» ha già trovato una sua ulteriore motivazione d’esistere, oltre quella di scalo della Sicilia Sud-orientale cui aspira e di scalo alternativo al trafficatissimo Catania-Fontanarossa, ogni qual volta l’Etna farà le bizze.

 Peccato che alle 23,30 di giovedì, come alla stessa ora di venerdì quando è arrivato da Lampedusa un secondo volo di Stato con altri cinquanta clandestini, era già chiuso da tre ore e mezza, visto che per il momento gli addetti alla torre di controllo, che per i primi due anni paga la Regione Siciliana, tengono aperto lo scalo dalle 9 alle 19. «Hanno fatto un’ora e mezza di straordinario, dalle 22,30 alle 24, così come il poco altro personale dell’aeroporto che è servito per questa operazione – precisa il presidente della Soaco, la società di gestione dello scalo di Comiso, Ugo Dibbenardo -, spese che verranno pagate dallo Stato nel conto dei diritti di atterraggio e decollo». Quanto? Un conteggio di massima fatta dai responsabili dell’aeroporto parla di circa 2500 euro.

 Poi, certo, in attesa che arrivino gli altri aerei, a Comiso finora il personale per la maggior parte del tempo non può che girarsi i pollici per le dieci ore di apertura ufficiale. Dal 31 maggio, giorno di apertura, a Comiso sono atterrati alcuni ultraleggeri, il jet del numero 2 di Ryanair Michael Cawley, due aerei da turismo da una decina di posti l’uno arrivati dall’Inghilterra e dall’Ungheria, e i primi due voli del charter per Malta. Fatti due conti, il più importante arrivo di passeggeri finora è stato proprio quello dei 150 migranti arrivati da Lampedusa, cento trasferiti poi nel centro accoglienza della vicina Pozzallo, gli altri nel più distante Cara di Mineo, in effetti molto più vicino a Catania.

 «Ma per noi è un riconoscimento che Comiso è uno scalo strategico e che dunque merita di essere inserito nella lista degli aeroporti di importanza nazionale», dice Dibennardo. Al momento, per usare le parole del presidente dell’Enac Vito Riggio, Comiso è «uno scalo privato», visto che è stato costruito con 46 milioni di euro messi dall’Ue e dalla Regione siciliana ed è gestito da una società, la Soaco, controllata al 35 per cento dal Comune di Comiso e il resto dalla Intersac, che fa capo all’aeroporto di Catania e a un privato, la famiglia dell’editore catanese Mario Ciancio. Ma i voli di linea quando arrivano? «Il 7 agosto comincia il volo Ryanair per Ciampino, un mese dopo quelli per Londra Stansted e per Bruxelles Charleroi – dice Dibennardo – .

 Poi, grazie al presidente Crocetta che ha trattato con Tunisair, da metà luglio avremo un charter settimanale per la Tunisia, e da settembre il volo Air One per Malpensa». Nel frattempo, dall’assolata e deserta pista a pochi chilometri dalle spiagge care al commissario Montalbano della fiction tv, si guarda l’orizzonte verso Nord. Metti che una nuova eruzione dell’Etna ricopra di cenere la pista di Catania… A Comiso gli aerei arriverebbero finalmente a decine. Intanto, oggi e domani a Comiso si vota: c’è il ballottaggio per il sindaco, tra l’uscente Alfano e Spataro. E in mezzo c’è anche l’aeroporto nuovo di zecca.

di: Fabio Albanese – da: La Stampa.it