Sprofonda l’edilizia in Emilia Romagna: +17,2% cassa integrazione

edil19 giu –  BOLOGNA – L’industria delle costruzioni non vede ancora alcun segno che potrebbe fare prevedere la ripresa. E’ nero l’inizio 2013 per il settore. Il volume d’affari è sceso del 6,8 per cento, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, con un netto peggioramento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-1,5 per cento). “L’effetto trainante delle agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie e i primi lavori di ricostruzione dopo il sisma di maggio si è quindi fermato”.

Queste indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere. Malissimo le imprese minori e piccole, male quelle medio-grandi. La percentuale di imprese che ha registrato una diminuzione della produzione nel trimestre rispetto allo stesso dell’anno precedente è stata del 66 per cento, mentre solo l’1 per cento ha rilevato un incremento. Si tratta del risultato peggiore dall’avvio, nel terzo trimestre 2004, dell’indagine congiunturale del settore.

Non va meglio rispetto al ricorso agli ammortizzatori sociali, “un altro evidente indice della difficile situazione” nota Unioncamere. Nei primi tre mesi del 2013, le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga sono state più di 2 milioni e 400 mila, il 17,2 per cento in più rispetto ai primi tre mesi del 2012. L’incremento è stato determinato dalla straordinaria che è quadruplicata a fronte del calo dell’ordinaria e della deroga.

A fine marzo 2013 le imprese attive nelle costruzioni erano 72.069 unità, 1.772 in meno (-2,4 per cento) rispetto ad un anno prima. Il calo è stato determinato soprattutto dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (-1.179 unità, -2,2 per cento), ma la riduzione è stata più rapida per quelle attive nella costruzione di edifici (-2,9 per cento, -583 unità). La diminuzione è stata provocata dalle imprese individuali (-2,9 per cento) e dalle società di persone (-3,5 per cento). Altro scenario per le società di capitali (+0,5 per cento) e per il piccolo gruppo delle “altre società” (+0,6 per cento).

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