16 giu – Con le armi inviate dagli Stati Uniti, basteranno sei mesi ai ribelli dell’Esercito libero siriano per sconfiggere le forze del regime di Bashar al-Assad. Ne è convinto il Capo di Stato Maggiore del comando unificato dei ribelli siriani Salim Idriss, che in un’intervista all’emittente al-Arabiya ha dichiarato che ”se riceveremo solo qualche sostegno armato, continueremo a combattere per molto. Ma se avremo abbastanza armi e addestramento, saremo ben organizzati e penso che avremo bisogno di sei mesi per rovesciare il regime” di Damasco.
Cosa chiedono in cambio Usa, Qatar e Turchia all’opposizione siriana
Gli Usa ‘accerchiano’ la Siria, F-16 e batterie anti-missile in Giordania
Salim Idriss, l’ex generale di Bashar al-Assad che ora guida l’Esercito Libero Siriano, potrebbe diventare un interlocutore chiave per l’Occidente e il canale di comunicazione per i futuri aiuti militari degli Usa alla Siria.
In Occidente, Idriss e’ considerato una voce moderata, utile contrappeso alle voci piu’ estremiste nei ranghi dell’opposizione. Quando il senatore repubblicano, John McCain, a maggio e’ entrato per qualche ora in siria ha incontrato proprio Idriss e lo ha elogiato: “Il generale Idriss e i suoi combattenti condividono molti dei nostri interessi e valori”.
Ex ingegnere militare, Idriss ha disertato nel maggio 2012 ed e’ stato eletto capo di Stato maggiore delle neonata formazione militare nel dicembre dello stesso anno. Tarchiato e baffuto, Idriss -che proviene dalla provincia di Homs, parla inglese, arabo e tedesco- ha chiesto frequentemente e ad alta voce aiuti militari; e non ha esitato a brandire lo spettro dell’affermarsi delle forze estremiste come il Fronte al-Nusra qualora questi aiuti non arrivassero. Ma adesso che Washington ha deciso di fornire sostegno militare ai ribelli, Idriss e’ destinato a diventare una figura chiave. Idriss ha incontrato in Turchia gli emissari di Ue e Usa il 14 giugno.