L’Ue intende rendere obbligatorio sulle auto il sistema eCall di chiamata automatica al numero di emergenza europeo 112 entro ottobre 2015, che potrebbe salvare 2.500 vite all’anno. Il sistema, infatti, in caso di incidente comunica l’ubicazione del veicolo ai servizi di emergenza anche se il conducente e’ incosciente. Sono le proposte adottate dalla Commissione Ue – su iniziativa dei commissari all’industria e ai trasporti, Antonio Tajani e Sim Kallas – che mirano a garantire che i nuovi modelli di auto e le utilitarie siano equipaggiati del nuovo sistema.
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L’eCall dovrà essere obbligatoriamente presente su tutte le nuove auto ma anche sui veicoli utilitari leggeri, e automaticamente compatibile e interoperabile in tutti i paesi Ue, in modo che qualunque persona in un qualunque paese Ue in caso di incidente possa essere soccorsa il più rapidamente possibile. Il sistema, che resta ‘dormiente’, entra in funzione da solo in caso di incidente insieme all’attivazione dell’airbag, ma si può anche inserire manualmente. L’eCall, una volta attivato, invia ai servizi di soccorso i dati relativi all’incidente, compreso l’orario in cui questo è avvenuto, la posizione esatta del veicolo incidentato e la direzione di marcia.
La nuova funzionalità – inserita anche nel piano Ue per l’auto Cars 2020 – sarà gratuita per i consumatori, e avrà anche un costo limitato per i produttori, circa 100 euro per vettura. “L’idea é anche aiutare a mantenere l’industria auto europea competitiva e la più sicura al mondo”, ha spiegato il commissario Ue all’industria Antonio Tajani, che ha assicurato anche che il nuovo dispositivo sarà rispettoso delle norme sulla privacy, in quanto si attiva solo in caso di incidente.
L’anno scorso sulle strade europee ci sono stati 28mila morti e 1,5 milioni di feriti. “Ogni minuto è prezioso per soccorrere i feriti” , e l’eCall può “ridurre notevolmente i tempi di intervento dei servizi di pronto soccorso, e questo in tutta l’Ue”, ha sottolineato il commissario ai trasporti Siim Kallas, ricordando che la nuova tecnologia può accelerare i tempi di risposta dei soccorsi del 40% nelle zone urbane e del 50% in quelle rurali.