14 giu. – Antonio Ingroia lascia la magistratura e passa alla politica: “E’ stata la decisione piu’ sofferta dei miei 54 anni”, sottolinea in un’intervista a ‘Repubblica’. E spiega che “per mesi” si e’ sentito “un uomo e un magistrato solo” ma non ha “mai smesso di difendere la Costituzione e di cercare la verita’ su chi, e soprattutto perche'” ha ucciso “il suo maestro Paolo Borsellino”.
La decisione e’ stata presa “a malincuore” ma, sottolinea, “non ci sono piu’ le condizioni perche’ tenga ancora indosso” la toga. “Sono cosi’ affezionato a questa toga – dice – che sarei rimasto in magistratura se mi fosse stata data la possibilita’ di mettere a frutto la mia esperienza ventennale di pm antimafia in Sicilia. Ma c’e’ chi non vuole, il Csm in testa”. E spiega: “Negli ultimi anni e’ cresciuto dentro di me il senso di estraneita’ rispetto alle logiche ‘politiche’ del Csm e alle timidezze e all’ingenerosita’ dell’Anm nel difendere i magistrati piu’ esposti della procura di Palermo”.
Per questo la decisione del trasferimento ad Aosta e’ stata per Ingroia “una scelta punitiva con motivazioni politiche”. E conclude dicendosi convinto che “la magistratura, nelle condizioni in cui si trova, non possa fare grossi passi avanti se non cambia la politica”. Per stamattina Ingroia ha convocato una conferenza stampa per presentare la prima assemblea nazionale del suo movimento.