L’eurodeputata Bizzotto sulla riforma di Schengen approvata dal Parlamento UE
“SCHENGEN, UNA RIFORMA CHE NON CAMBIA UN BEL NIENTE:
VINCONO LA COMMISSIONE UE E GLI STATI DEL NORD EUROPA”
12 giu – “Una riforma di Schengen è sempre più urgente e necessaria, ma quella approvata oggi dal Palamento UE non serve praticamente a nulla, anzi rischia di essere addirittura peggiorativa. Si tratta sostanzialmente dell’ennesimo inciucio tra i Paesi del Nord Europa e la Commissione UE, che non porta nessun tipo di beneficio all’Italia”.
Così l’Europarlamentare leghista Mara Bizzotto, responsabile federale del dipartimento Europa della Lega Nord, commenta il via libera del Parlamento Europeo alla riforma di Schengen.
“Da un lato, infatti, la Francia e gli Stati del Nord Europa, grazie ai soliti cavilli, potranno comunque reintrodurre i controlli alle frontiere in casi eccezionali e lasciare in brache di tela i Paesi di confine, come l’Italia, più esposti alle ondate di profughi – spiega l’eurodeputata Bizzotto – Dall’altro, gli euroburocrati di Bruxelles avranno maggiore ingerenza e controllo sulle politiche nazionali in materia d’immigrazione: e abbiamo già visto di quali disastri sono capaci”.
“Il Paese messo sotto pressione da massicci flussi migratori non potrà più nemmeno prendere provvedimenti autonomamente, ma dovrà aspettare che la Commissione UE valuti la situazione e faccia una proposta da sottoporre poi agli altri Stati membri – aggiunge la Bizzotto – Oltre al danno, la beffa quindi: continueremo ad accollarci gli oneri delle ondate d’immigrati senza aver alcuna voce in capitolo e con la concreta possibilità che gli altri Stati possano comunque ripristinare i controlli alle frontiere e lasciarci soli nel gestire eventuali emergenze umanitarie”.
L’area Schengen consente la libera circolazione di circa 420 milioni di persone e costituisce un punto di approdo sempre più appetibile per gli extracomunitari. Secondo i dati forniti da Eurostat, infatti, nel 2011 le richieste d’asilo all’interno di Schengen sono aumentate del 16%, superando quota 300mila, ed oggi ben il 4% della popolazione europea è rappresentata da cittadini provenienti da Paesi extra-UE, soprattutto da Turchia, Marocco e Albania. L’agenzia europea Frontex, responsabile della gestione delle frontiere Ue, ha inoltre registrato un aumento degli immigrati illegali del 35% rispetto al 2010, dovuto in gran parte al flusso di clandestini provenienti dal Nord Africa innescato dalla primavera araba.
“Abbiamo visto che la tanto sbandierata solidarietà europea esiste solo sulla carta perché, quando si tratta di accogliere migliaia di profughi e di accollarsi i relativi costi, ognuno va per la sua strada pensando unicamente ai propri interessi – conclude Mara Bizzotto – A questo punto o stabiliamo delle regole chiare e severe e delle responsabilità condivise fra tutti gli Stati Membri per gestire eventuali flussi migratori eccezionali, oppure è meglio rinunciare definitivamente a Schengen e alla libera circolazione”.