8 giu – Quando i tonni la fanno da padrone, in un mare pur pescoso ma ‘piccolo’ come il Mar Ligure, non ce n’e’ per nessuno. Tantomeno per i pescatori che si ritrovano con le reti bucate e il pescato che, nelle migliori delle ipotesi, ha ripreso il mare o piu’ probabilmente e’ finito a far da pranzo a questo grossi pesci pelagici. Cosi’ Lega Coop – Lega Pesca Liguria ha deciso di chiedere alla Regione Liguria lo stato di calamita’ naturale.
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Fin dal 2011 accadeva questo:
“Il Mar Ligure è pieno di tonni rossi”, diceva Paolo Armento, pescatore sestrese, che lamentava: “da settimane ci stanno mettendo in ginocchio, bucano le reti con dentro le acciughe oppure si avventano sotto le luci mangiando tutti i pesci. Ci siamo rivolti alla Capitaneria di Porto e abbiamo segnalato alle nostre associazioni di categoria i gravi danni che stiamo subendo, visto che non possiamo pescare questi predatori giganti”.
Un problema per i pescatori dunque, ma il tonno rosso è un pesce considerato a rischio estinzione-
Il tonno che veleggia nel Mar Ligure e’ animale di proporzioni importanti, che puo’ raggiungere anche i 150 chili.
E’ golosissimo di acciughe, come tutti i liguri d’altronde, ed e’ pure pigro. Se vede una rete con le motte d’acciughe dentro ci si avventa contro, sfonda la rete e se ne mangia quante piu’ puo’. Nemmeno la pesca notturna con le lampare e’ al riparo: i tonni, generalmente in branchi numerosi, se ne stanno sotto le luci e si mangiano il pesce che avrebbe dovuto finire nelle reti dei pescatori.
La lotta tra uomo e tonno, che con le tonnare e le trappole dei Fad (i Fishing aggregating devices) segna sempre la vittoria dell’uomo sull’animale, nel Mar Ligure sembra aver capovolto la storia. Qui e’ il tonno che la fa in barba al pescatore, forse per ricordargli che e’ stato superato il margine per il pescato.
Per questo secondo Legacoop Lega Pesca Liguria e’ necessario chiedere lo stato di calamita’ naturale alla Regione ”per i gravi danni” che i grandi pesci provocherebbero al comparto della pesca.
”Questi grossi pelagici danneggiano le reti degli operatori ittici e spesso provocano la totale perdita del pescato – Barbara Esposto, responsabile servizi Legacoop Lega Pesca Liguria -. Essendo lo stato di calamita’ una condizione conseguente al verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale che causano ingenti danni alle attivita’ produttive, Legacoop Lega Pesca Liguria ritiene che ci siano gli estremi per accogliere l’istanza. I pescatori – sottolinea Esposto – si sono visti imporre vincoli dalla Ue che, sebbene inadeguati alle caratteristiche morfologiche del nostro mare, hanno rispettato perche’ imposti in virtu’ di una salvaguardia delle risorse marine. Il risultato di queste scellerate forzature, non basate su dati scientifici, e’ che il Mar Ligure e’ proprieta’ esclusiva dei tonni che non consentono ai pescatori di catturare altre specie ittiche”.
Leggi ambientaliste, ecco il risultato.
Salvate i tonni dalla (presunta) estinzione !
Sì, così i tonni si mangiano le acciughe… ma all’estinzione delle acciughe non pensa nessuno ?
Salvate le foche dall’estinzione !
Salvate gli orsi polari dall’estinzione ?
Gli orsi polari NON sono in estinzione (come i tonni) e si mangiano le foche… ma non le volevano salvare, le foche ?
Ma quando la finiremo con questa ideologia ambientalista che alla fine vuole solo rompere le scatole all’uomo ?
Questo è il vero loro scopo, ridurre la popolazione umana , decimarla, ridurla ai minimi termini, per far contenti pochi miliardari che non sopportano di vedersi intorno troppi esseri umani.
Il ritmo di crescita della popolazione mondiale sta DIMINUENDO, quindi sono infondate le dicerie che staremmo diventando chissà quanti, che non avremmo le risorse per sfamare la gente…
Certo, se si impedisce all’uomo intelligente di coltivare, allevare, produrre, e si favorisce l’homo hebes, tardus bardusque, è normale che non ci saranno risorse, ma non perché non ci possano essere… perché si impedirà alle persone oneste di produrle a causa delle deliranti leggi imposte da chi non ragiona col cervello ma con qualcos’altro, su cui stendo un velo pietoso.
Secondo me.