Editoria, Fieg: evitare che i nuovi media sul web minaccino le fonti tradizionali

giornali5 giu – Il 2012 e’ il quinto anno consecutivo con dati negativi per l’editoria. Secondo lo studio Fieg La Stampa in Italia, nel 2012 le copie di quotidiani vendute sono scese del 6,6% e negli ultimi cinque anni il calo e’ del 22%: piu’ di un milione di persone ha smesso di comprare il giornale. Per la prima volta, nel 2012, diminuiscono anche i lettori. Allarmanti i dati sulla pubblicità dallo studio: il 2012 è stato il peggiore anno degli ultimi venti: per la prima volta dal 2003 si è scesi sotto gli 8 miliardi di euro (-14,3% rispetto al 2011). I dati del primo trimestre 2013 segnalano l’aggravarsi della crisi. Soffre soprattutto la stampa.

La crisi dell’editoria in Occidente è “particolarmente violenta”, ha detto il presidente Fieg Giulio Anselmi che ha invocato “una ristrutturazione radicale” basata sull'”integrazione carta-web. Bisogna evitare che l’espansione dei nuovi media minacci le fonti tradizionali. La politica – per Ansalemi – ha praticato una troppo lunga latitanza”. Per il presidente Fieg, è necessaria “una ridefinizione complessiva delle forme di sostegno all’editoria, spostando risorse dai soggetti a i progetti, dai contributi agli incentivi”. Anselmi ha chiesto “rapidità di intervento”, anche riprendendo il ddl Levi.

Congiuntura economica negativa, evoluzione tecnologica e limiti strutturali. Sono i fattori che, secondo lo studio della Fieg ‘La Stampa in Italia 2010-2012’, contribuiscono alla pesante crisi che attraversa l’editoria quotidiana e periodica. Il 2012 è il quinto anno consecutivo che si chiude con dati negativi. Calano ricavi, pubblicità, copie vendute e per la prima volta anche i lettori. Solo da Internet arriva qualche segnale positivo, pur insufficiente a colmare i dati negativi dei comparti tradizionali.