Istambul 2 giungo 2013 – Per reprimere le manifestazioni per salvare Gezi Parki, il progetto non si fermerà. Il presidente Gul invita alla calma. Erdogan ha ammesso che in alcuni casi la polizia ha agito in modo “estremo” per reprimere le manifestazioni antigovernative in corso da due giorni ad Istanbul per salvare il Gezi Parki, il parco nel centro della città. Il presidente turco Abdullah Gul ha lanciato un appello al “buon senso” e alla “calma”, nel secondo giorno delle violente manifestazioni ritenendo che le proteste abbiano raggiunto “un livello preoccupante”.
Erdogan, poco prima, aveva intimato ai manifestanti di Piazza Taksim di fermare “immediatamente” il loro confronto con le forze dell’ordine. “Chiedo ai manifestati di fermare immediatamente le loro manifestazioni per evitate ulteriori danni ai visitatori, ai pedoni e ai commercianti”, ha dichiarato Erdogan in un discorso a Istanbul. Il capo del governo ha anche ribadito che non ritirerà il mega progetto urbanistico all’origine delle proteste, che prevede la demolizione del Gezi Parki, a due passi dalla piazza Taksmim, al posto del quale sorgerà un centro commerciale e uno culturale, oltre al rifacimento di una caserma militare ottomana. “Ricostruiremo la caserma militare”, ha detto Erdogan, menzionando il progetto più inviso ai manifestanti.
Si tratta di uno dei più violenti movimenti di protesta contro il governo islamo-conservatore turco dal suo arrivo al potere nel 2002. Dopo la giornata di guerriglia urbana vissuta ieri nel centro di Istanbul, dove scontri fra manifestanti e polizia hanno provocato decine di feriti, alcuni dei quali con fratture multiple anche oggi i manifestanti, che si oppongono alla demolizione del centralissimo Gezi Parki, sono stati colpiti con lacrimogeni e getti di idrante, e nuovamente stamattina la polizia ha sparato i gas lacrimogeni quando centinaia di manifestanti hanno sfilato sul primo ponte sul Bosforo.