Progetto “Frutta nella scuola”, bambini intossicati

frutta31 mag. – Hanno mangiato pesche nell’ambito del progetto ‘Frutta nelle scuole’ e hanno avuto problemi.
Bambini di terza e quinta elementare sono stati curati in ospedale e solo a due su dieci che hanno manifestato arrossamenti in alcune parti del corpo e’ stato diagnosticata dai medici dell’ospedale civile San Rocco di Sessa Aurunca una reazione allergica da sospetta intossicazione. Cosi’, sono scattate le indagini dei carabinieri della stazione di Carinola, nel Casertano, su richiesta del personale docente dell’Istituto Comprensivo Carinola-Falciano, in viale dei Ciliegi.

UE: stanziati 90 milioni di euro per la frutta a scuola

La frutta era stata distribuita presso quel plesso di scuola primaria da parte di una ditta del napoletano. Nello stesso giorno altri bambini hanno mangiato frutta proveniente dalla stessa ditta in altre scuole, senza avere alcuna reazione. Ma a Carinola, dopo aver mangiato le pesche, 10 alunni hanno manifestato lievi sintomi di reazione allergica e sono stati accompagnati dai genitori presso varie strutture sanitarie della zona per i controlli del caso. Due bambini sono stati ricoverati presso il reparto pediatria. La frutta non consumata e’ stata sequestrata dai carabinieri che procedono nelle indagini con la ausilio del personale dell’Asl e dell’Arpac di Caserta.

Sempre ieri, e sempre per aver mangiato pesche a merenda, problemi vi erano stati anche nel salernitano per altri bambini.

35 milioni di euro per avvicinare i bambini alla frutta Obbligare i bimbi a consumare frutta al posto delle merendine a scuola è erroneo e svantaggioso. Lo sostiene il pediatra Italo Farnetani, che boccia  il modello su cui si fonda la campagna nazionale, che contempla il consumo di frutta a scuola. “Bisogna spiegare ai bimbi che la frutta reca molti benefici in termini di salute ma non si deve mai  imporre il suo consumo.”

Frutta scuola? Viaggi, ville e regali extra lusso in cambio di appalti pilotati

Il reato ipotizzato dai magistrati è corruzione e turbativa d’asta. Un giro d’affari di circa 32 milioni: distribuiti in viaggi, regali lussuosi e denaro cash. Parzialmente recuperabili dai 22 milioni di beni sequestrati: 43 tra terreni e fabbricati, 10 tra autoveicoli e motocicli e numerosi conti correnti, depositi titoli e polizze assicurative. Tra essi ville con piscina, residenze romane e auto di lusso.