31 magg – Cresce la rabbia in Egitto, dopo l’avvio dei lavori per la deviazione delle acque del Nilo blu in Etiopia: per il governo del Cairo, che ha convocato un summit d’urgenza con il Sudan, pesa molto anche il fatto che Addis Abeba abbia avviato i lavori prima ancora della presentazione del rapporto dei sei saggi nominati da Egitto, Sudan e dalla stessa Etiopia.
Saggi che avrebbero dovuto dire nelle prossime ore di quanto la prevista diga “Renaissance” ridurrà il flusso delle acque dell’acqua per gli altri Paesi, e in particolare per l’Egitto:
“Se quella diga avrà un impatto sulla quantità d’acqua che riceviamo dalla nostra quota del Nilo, che è pari a cinquantacinque miliardi di metri cubi, allora dovremo considerare che si è superata una linea rossa, ed il nostro Stato può anche combattere, siamo pronti a combattere per l’acqua”.
C’è una questione d’orgoglio nazionale, per il Nilo: una sorta di monumento che non si vuole che altri tocchino. Ma c’è anche vera preoccupazione per l’agricoltura:
“Come irrigheremo il terreno, come innaffieremo le piante? Già senza diga è difficile far arrivare l’acqua”
Il corrispondente di Euronews:
“Il conflitto infinito tra alcuni dei dieci Paesi che si affacciano sul Nilo si riaccende, con il rischio che ogni Paese voglia difendere quelli che ritiene i propri interessi vitali: in particolare l’Egitto che considera il Nilo come la propria vena giugulare, una fonte di forza e debolezza nello stesso tempo”. euronews