Emilia R.: Bacino ‘Reno vivo’, parte il progetto anti siccità

renoBOLOGNA, 30 magg – ”Abbiamo fatto un lago”, esulta l’assessore provinciale all’ambiente Emanuele Burgin. Una frase che non si pronuncia tutti i giorni, ma uno di questi sara’ venerdi’, quando verra’ tagliato il nastro del bacino ‘Reno vivo’, il nuovo serbatoio di acqua che servira’ durante l’estate a combattere la cronica siccita’ di cui soffre il fiume che attraversa Bologna. Grazie a una capacita’ di 800.000 metri cubi, il bacino aprira’ automaticamente i propri rubinetti quando il Reno scendera’ sotto i livelli di guardia, con effetti positivi sull’irrigazione, sulle fogne cittadine e soprattutto dal punto di vista ambientale.

Il progetto risale al 2007, quando vinse un bando all’interno del piano antisiccita’ della Protezione Civile. L’area occupa un’ex cava attiva tra gli anni ’50 e ’60 a Borgonuovo, lunga un chilometro e larga fino a 400 metri, ai margini della Porrettana. Una zona abbandonata da anni e che e’ stata riqualificata grazie a una spesa totale di circa 3,5 milioni di euro. A finanziare il progetto la Regione, Ato5 e la Provincia, ma soprattutto gli oneri per la compensazione del materiale utile scavato e poi commercializzato per oltre 2,6 milioni di euro.

Il bacino ricevera’ l’acqua dal Rio d’Eva e in futuro anche dal canale del Maglio. Quando la rete di teleidrometri, le sentinelle presenti ad ogni ponte, segnalera’ un Reno in via di prosciugamento, automaticamente si aprira’ lo scarico delle acque che gradualmente rifornira’ il fiume a pochi chilometri dalla citta’ e dalle aree coltivate, con un notevole risparmio di dispersione delle risorse idriche.

”Da troppi anni parlavamo di invasi e poi all’atto pratico rimaneva sempre tutto sulla carta”, ha spiegato soddisfatto Burgin, uno dei padri di questa opera strategica che va ad aggiungersi alle altre che ‘sfruttano’ il Reno per trasformare la sua acqua in servizi dei cittadini. Un fiume ”babbo Natale”, come lo ha definito la presidente Beatrice Draghetti: usano, infatti, il Reno l’Enel ed Hera, per creare energia elettrica e acqua potabile e irrigua. ”Il Reno ha poca acqua e non e’ piu’ ‘naturale’ da secoli, l’abbiamo asservito alle nostre esigenze”, ha sottolineato Giovanni Tamburini, presidente della Bonifica Renana che gestira’ il bacino. Che cosi’ andra’ ad alleggerire un po’ il fiume da questo carico di responsabilita’ ‘civica’ che si porta dietro lungo tutto il proprio percorso. ansa