28 magg – Anonymous alza il tiro, e dopo i cyber-attacchi conto il Tribunale di Roma e il Siulp, il principale sindacato di polizia, colpisce il Ministero degli Interni. «Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: siamo ancora qui, più infuriati che mai» scrivono gli attivisti nel post in cui annunciano la «release» di file e comunicazioni private «per dimostrarvi che non siete inviolabili».
Dopo il sindacato di polizia, tocca quindi al ministero dell’Interno. E sul loro sito rivendicano l’azione. I documenti sono tanti. Migliaia. Dalle circolari sulle mobilitazione studentesche di febbraio, fino alle lezioni di «etica professionale». Poi, le direttive sulla festa della Repubblica o le «predisposizioni per il rientro del Capo dello Stato».
E ancora, documenti sul Muos e relazioni tecniche. Sul blog gli anonymous puntano il dito contro le politiche di immigrazione. «Con i vostri occhi il file riservato relativo all’acquisto delle navi coinvolte in un progetto militare: troverete cifre esorbitanti destinate a navi che contribuiscono anche all’allontanamento dei migranti considerati “clandestini”».
“Le carceri di regime scoppiano nell’oblio delle Istituzioni e nel dolore dei reclusi; si processano le idee con l’intento di tarpare le ali a chi ha agito senza alcun tornaconto economico per fornire il proprio contributo alla difesa di valori come uguaglianza e libertà.
“Lo Stato oppressore fa esplodere il denaro pubblico nelle cosiddette missioni di pace, sguinzagliando mercenari con retribuzioni da capogiro per disseminare bombe e pallottole, mentre il welfare State agonizza in una morsa che stringe e affama le classi meno abbienti.
“La militarizzazione delle nostre Terre si espande a vista d’occhio, e con essa le vittime.