27 mag. – Nel sistema bancario italiano la retribuzione media dei Chief Executive Officer (Ceo) e i compensi percepiti dai presidenti dei consigli di amministrazione o di sorveglianza sono rispettivamente 52 e 25 volte superiori a quella dei lavoratori del settore. E’ il dato che emerge dell’annuale ricerca dell’Ufficio Studi della Uilca sui compensi del 2012 dei top manager del credito, rilevato dai redditi corrisposti dagli 11 principali istituti del Paese.
I gruppi bancari oggetto della ricerca sono stati: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Banco di Desio e della Brianza, Banca Carige, Credito Emiliano.
Le retribuzioni dei Ceo hanno registrato un calo complessivo del 34,61% rispetto all’anno precedente, pari al 9,38% in termini effettivi, rispetto ai compensi ordinari erogati nel 2011, al netto di componenti straordinarie dovute al pagamento di Tfr e Indennita’ di Fine Carica ai manager che nel 2011 hanno lasciato le aziende. Tali retribuzioni sono passate da essere 80 volte superiore a quelle medie dei lavoratori a 52 volte superiori, comunque, malgrado il calo, ancora piu’ alte rispetto alle 42 volte registrate nel 2000, considerando peraltro che negli ultimi 12 anni si e’ anche toccata la quota di 119 volte.
La Uilca ricorda come i compensi dei Ceo siano prevalentemente di natura fissa e risentano poco di parti straordinarie legate ai risultati. Anche sul fronte degli emolumenti dei presidenti dei Consigli di Amministrazione e di Sorveglianza va registrato un calo tra il 2011 e il 2012 nell’ordine del 18,76%, pari complessivamente a 1,8 milioni di euro. Le retribuzioni dei presidenti sono quindi risultate 25 volte superiori, in calo rispetto alle 31 volte del 2011, ma anche in questo caso nettamente sopra le 15 volte che caratterizzavano il 2000. Nei 12 anni di osservazione la punta massima e’ stata 37 volte nel 2001. Per la Uilca i compensi dei manager bancari sono “ancora troppo alti e serve un’azione comune per regolamentarli”.