24 magg – Non ce lo fanno vedere, ma le periferie svedesi e quella di Stoccolma in particolare sono di nuovo in fiamme. Prima delle auto e delle centrali di polizia sono state date alle fiamme le scuole. La Svezia sta pagando a un prezzo folle il delirio multiculturalista. La terza città della Svezia, Malmo, è una città dove le auto della polizia entrano solo in coppia e le ambulanze solo se scortate dalla polizia.
Gli ebrei sono diventati 500: erano duemila. L’antisemitismo islamico cui fa eco quello svedese li ha messi per sempre in fuga. La Norvegia è ancora peggio. In Norvegia, come in Belgio, gli autoctoni, gli indigeni vivono in punta di piedi, cercando di non disturbare. Statistiche clandestine, ma autentiche, ci informano che l’80% dei delitti contro la persona e in particolare quelli contro le donne sono commessi da immigrati oppure da cittadini norvegesi di origine islamica. La dizione corretta sarebbe: immigrati di origine islamica cui qualche idiota ha regalato uno cittadinanza.
La cittadinanza è una cosa enorme, è un’appartenenza. Deve essere data dopo un esame serio e durissimo, un esame dove è tutt’altro che scontato essere promossi, dove si dimostri di conoscere la lingua, la cultura, la storia del paese e soprattutto di amarlo, di rispettarlo, di esserne fieri. Questo ci permetterebbe anche di distinguere, di premiare, di selezionare gli immigratoi che amano la cultura di accoglienza e che, loro per primi, devono essere protetti. Anche in Francia la violenza aumenta, le testimonianze sono raccolte nel libro France, Orange Mécanique, ( Laurent Obertone) non tradotto in Italia benché sia in testa alle vendite in Francia.
L’enorme mole di violenze nei confronti dei “ bianchi”, per non parlare degli ebrei che vivono nei quartieri arabi sono spaventosi. Gli stupri sono in numero spaventoso, le donne libere, non velate, non islamiche sono percepite come prede da una fetta di uomini islamici che sono una minoranza certo, ma sono comunque decine di migliaia di uomini e non saltano fuori nelle statistiche perché si tratta non di immigrati ma di “cittadini francesi”. D’altra parte gli intelletuali europei non si sono battuti per le donne islamiche: matrimoni combinati, matrimoni di giovanissime, obbligo a portare il velo non sono stati, incredibilmente, percepiti come violazioni apocalittiche dei diritti umani.
Chi non combatte per la libertà degli altri perde la propria. Le donne islamiche sono schiave. Quelle libere è giusto che siano stuprate. Le storie sono terrificanti. Besançon, ottobre 2004: una studentessa è raggiunta a poche spanne prima della sua auto, è scaraventata gli dalle scale, la sua colonna vertebrale si spezza. Il suo stupratore, Zaccaria, la stupra per tutta la notte. Se fosse stato un crimine di un francese cristiano e la vittima un’immigrata i media non avrebbero parlato di altro. Così come stanno le cose non un solo giornale ha accennato alla cosa.
La violenza è nella scuole: madri di famiglia massacrano di calci i professori che hanno osato sospendere il loro adorato figlio. Gli arbitri aggrediti sono un centinaio tutti gli anni. Il calcio è diventato uno sport più violento della boxe. La tragedia sono gli ospedali. Medici e infermieri sono stati massacrati per essersi permessi di toccare e curare donne islamiche, nei pochi casi in cui un medico donna non era presente. In Francia sono pochissimi ormai i maschi che fanno ginecologia: può costare la vita essere l’unico medico di turno.
La legge è uguale per tutti? La cosa atroce è il silenzio sistematico dei media. Chi parla è accusato di fare il gioco dell’estrema destra. La verità bisogna raccontare quale essa sia. La cosa atroce sono gli assistenti sociali che sempre si precipitano in difesa delle belve asserendo che “le condizioni sociali difficili” generano la necessità degli stupri e della violenza, gli psicologi che garantiscono che sicuramente la clemenza garantirà la bontà infinita e i giudici danno pene ridicole.
L’assassino di Tolosa, l’immonda belva che ha assassinato dei bambini, la bambina più piccola è stata inseguita, presa per i capelli, sollevata e uccisa facendole esplodere la faccia, aveva una fedina penale apocalittica, una serie infinita di violenza che decine di assistenti sociali hanno giustificato e nessun giudice ha punito. Il sangue delle vittime non era ancora stato sciacquato via che già le litanie imponevano di “non strumentalizzare”.
La statistica è una scienza. L’80 % delle presenze nelle prigioni francesi, belghe e norvegesi sono islamici. Delle altre nazioni non abbiamo le statistiche.
E ora Londra.Il bravo terrorista della porta accanto. Una pentola, dei chiodi, una lama, si trovano ovunque. Pudicamente, perché se no ci viene l’islamofobia, dal video sono state tagliate le frasi del corano che l’attentatore urla.
Tutti noi siamo in pericolo. Chi sarà il prossimo?
Siamo di fronte a una minaccia mortale che si chiama Islam. L’Islam è un movimento politico-religioso totalitario e liberticida fondato sul Jihad, con molti punti in comune col nazismo (come Churchill scriveva oltre mezzo secolo fa). Uno dei suoi fondamenti è “territori in cambio di pace”: cioè se i non musulmani vogliono vivere in pace devono cedere la sovranità territoriale ai musulmani e in quel caso potranno continuare a sopravvivere come dhimmi, sebbene alla mercé dei musulmani e sottomessi alla Sharia.
Lo scopo dell’Islam è sottomettere i non musulmani [Islam in Arabo vuol dire sottomissione, NON VUOL DIRE PACE!], imporre la legge islamica e la dhimmitudine in tutto il mondo, attraverso la conquista degli stati con mezzi nascosti ed elettorali dove possibile, per mezzo del terrorismo dove necessario, e a volte con una combinazione dei due metodi. Ci sono centinaia di milioni di praticanti e credenti dell’Islam, come c’erano decine di milioni di credenti e praticanti del nazional socialismo. Cercano di tranquillizzarvi dicendovi che l’Islam è solo una religione, intesa in senso occidentale, il che è una menzogna, trattandosi di un sistema totalizzante e totalitario in cui gli elementi giuridico, politico e di culto sono inseparabili. Per abbindolare il pubblico occidentale parlano di un’utopica “età d’oro” andalusa di fioritura e crescita, in cui – sostengono loro – l’Islam avrebbe coabitato pacificamente con Cristianesimo ed Ebraismo: peccato che tale asserzione non abbia una base storica ma solo propagandistica e ideologica [vedi, fra gli altri, il libro: Eurabia, di Bat Yeor, questo è un testo fondamentale].
Il pendolo però sta cominciando a girare.
L’Europa si sta svegliando.
Prende atto del fallimento.
Abbiamo alleati imprevisti. Gli uomini e le donne nati nell’islam che voglio essere liberi.
Alla fine ce la faremo.
Silvana De Mari ioamolitalia