22 mag. – Diecimila cavalli selvaggi stanziati in un’area inospitale dell’Australia, verranno abbattuti, perche’ responsabili della devastazione dei terreni limitrofi.
Il Central Land Council, l’organismo che rappresenta gli interessi degli aborigeni, ha dichiarato che gli animali, inclusi cavalli, asini e cammelli stanno morendo a centinaia per la mancanza di cibo e di acqua e che l’abbattimento si rende necessario per evitare la contaminazione dei territori e delle acque, a causa del disfacimento delle carcasse. Infatti, secondo le argomentazioni del Council, la distruzione delle fonti d’acqua da parte degli animali selvaggi, sta minacciando anche la sopravvivenza delle specie autoctone che si abbeverano alle stesse fonti.
La notizia e’ stata confermata dall’emittente televisiva statale australiana che ha consigliato alla popolazione circostante di stare alla larga dall’area, sita a 300 Km a sud-est di Alice Springs. Gli animali saranno abbattuti a colpi d’arma da fuoco sparati da un elicottero, secondo lo schema governativo in vigore. A poco sono valse le proteste degli animalisti, alle quali il Council ha risposto per voce del suo direttore, David Ross: “Nessuno vuole vedere gli animali soffrire, tanto meno i proprietari terrieri, da sempre amanti degli animali, ma ben consapevoli dei rischi della contaminazione delle acque, con possibili conseguenze anche sulla popolazione”.
Nel 2011 furono sterminati i cammelli, accusati di emettere CO2 e di contribuire al riscaldamento globale. Questi animali, importati dall’Africa nel XIX secolo per trasportare materiali pesanti in lungo e in largo, sono infatti responsabili, secondo gli ambientalisti, di produrre circa una tonnellata di biossido di carbonio ogni anno. Scariche di metano equivalenti a un quarto di quelle di un automobile che percorre 20mila chilometri in un anno.
Oltre a ciò rappresenterebbero un piaga per agricoltori e allevatori, poiché mangiano e distruggono i raccolti, spingendo sempre meno persone a investire in questo settore cruciale per il Paese.
La proposta, lanciata dalla Northwest Carbon, fu quella di eliminarli con dei tiratori scelti da elicotteri e jeep. Uno stermino di massa, una soluzione finale, incredibilmente accolta anche dagli ambientalisti australiani, in nome della lotta al surriscaldamento globale.