22 magg . “Basta retate! Vogliamo vivere”. Protestano davanti a Montecitorio i giovani migranti bengalesi ospiti dei centri di accoglienza della Capitale. “Siamo venuti in Italia per vivere meglio. Perche’ in Bangladesh ogni giorno la gente ha davanti la morte. Nelle case di accoglienza stiamo bene, ma adesso il Comune di Roma dice che non siamo piu’ minorenni e ci portano in ospedale per fare la visita. Se va male, ci mandano a Ponte Galeria”, spiega Samir, 17 anni.
Oggi questi ragazzi temono di essere rinchiusi in un Cie per essere poi espulsi. E’ gia’ successo ad alcuni di loro dopo i primi accertamenti dei vigili urbani. E per sfuggire ai controlli della polizia di Roma Capitale, i giovani bengalesi scappano anche dalle case di accoglienza. Se viene accertato che sono maggiorenni, rischiano la denuncia per falso ideologico e truffa ai danni dello stato. A quel punto e’ davvero difficile rientrare nei percorsi di regolarizzazione. La norma e’ l’espulsione dopo un passaggio nei Cie.
I bengalesi hanno affidato a una lettera aperta al ministro dell’interno Angelino Alfano, al ministro dell’integrazione Cecile Kyenge, ai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso il traumatico passaggio dalla minore alla maggiore eta’, a Roma nell’era della Bossi-Fini.