20 magg – Quello del lavoro è un mondo sempre più in difficoltà con un’area di disagio e sofferenza che coinvolge quasi nove milioni di persone con un aumento del 47,4% rispetto al quarto trimestre 2007, prima dello scoppio della crisi. E’ la stima fornita da Ires-Cgil, secondo cui nell’ultimo trimestre 2012 l’area della sofferenza occupazionale (che comprende i disoccupati, gli scoraggiati disponibili a lavorare e lavoratori in cig) toccava 4,57 milioni di persone (+16,6% in un anno). Quanto all’area del disagio – alimentata dal precariato e soprattutto dal part-time involontario che è quasi raddoppiato nell’arco degli ultimi cinque anni – è stimata in quattro milioni e 175 mila unità con un incremento del 4.2% nell’ultimo anno (+168 mila persone) e del 28,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007 (+927 mila).
“I singoli indicatori di questi dati di sintesi, già di per sé gravissimi, delineano – secondo il presidente dell’Associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni – l’ulteriore deterioramento che attraversa oggi il mercato del lavoro italiano. La crescita tendenziale del tasso di disoccupazione riguarda tutte e tre le ripartizioni territoriali, ma nel Mezzogiorno è più marcata (l’indicatore cresce di tre punti e mezzo rispetto al quarto trimestre 2011 e si attesta al 18.3%)”. “Anche il tasso di disoccupazione di lavoratori stranieri – osserva Fammoni – continua a crescere (contrariamente a quanto si afferma) e raggiunge il 15,4%” mentre “si perpetua il dramma della disoccupazione giovanile” con un aumento “particolarmente accentuato per le donne del Centro e gli uomini del Nord, il che conferma il carattere pervasivo della crisi in atto, ma è comunque sempre nel Mezzogiorno che il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge i valori più elevati (46,7 per gli uomini e 56,1 per le donne)”.
Aumenta infine l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) che raggiunge il 54,8% del totale e per quanto riguarda la cassa integrazione Fammoni sottolinea come sia possibile “già prevedere che, nonostante l’altissimo numero di ore del 2012, nel 2013 (per il 5° anno consecutivo) si supererà il miliardo di ore autorizzate. Il dato ad aprile 2013 è già infatti superiore a quello precedente nonostante il calo – per mancanza di fondi – della cassa integrazione in deroga”. Fammoni ricorda poi che “si è riaperta la discussione sulle norme che regolano il lavoro in ingresso sostenendo la tesi che maggiore flessibilità porterebbe più assunzioni, ma i dati ufficiali la smentiscono”. “Il problema non è, come alcuni sostengono, di troppi vincoli, ma – conclude – nel fatto, incontrovertibile, che manca lavoro e che occorre uno straordinario Piano per il lavoro”.