16 mag. – Angelina Jolie ((membro del CFR)) potrebbe sottoporsi gia’ domani all’intervento di asportazione delle ovaie per scongiurare il rischio del cancro, dopo la mastectomia ai due seni: a rivelarlo e’ l’oncologa e ginecologa, Sharin Lewin, dell’ospedale presbiteriano di New York del Columbia Medical Center. “Angelina potrebbe essere operata domani, l’intervento e’ poco invasivo e la procedura preliminare e’ molto rapida”, ha spiegato. I test del Dna avevano rivelato un 50% di probabilita’ di contrarre il cancro alle ovaie per la 37 attrice hoolywoodiana, che martedi’ ha reso noto di essersi sottoposta a una duplice mastectomia preventiva. L’attrice ha deciso di sottoporsi subito all’asportazione ovarica, sebbene i medici le avessero suggerito di attendere il superamento dei 40 anni di eta’.
Che cosa è il CFR, Council on Foreign Relations
(il membro del CFR James Warbung disse: “Che lo si voglia o no, noi avremo un governo mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza”.)
Una scelta scioccante, che fa discutere medici ed esperti: asportare preventivamente i seni contro il cancro. A rivelare di essersi sottoposta a una duplice mastectomia per ridurre il rischio di cancro derivante da una predisposizione genetica e’ stata la star di Hollywood Angelina Jolie che, al New York Times, ha spiegato di aver scelto una terapia d’urto dopo la rilevazione nel suo Dna di un gene, il BRCA1, che innalza dell’86% il rischio di cancro al seno e del 50% quello di cancro mammariogene. “I medici ritenevano che avessi l’87% di probabilita’ di sviluppare un cancro al seno”, ha raccontato. “Ho scelto di essere proattiva e di minimizzare al massimo i rischi. E ho deciso di ricorrere a una duplice mastectomia”.
In una sorta di editoriale dal titolo ‘My Medical Choice’, la mia scelta per la salute, il volto piu’ amato e pagato di Hollywood, la cui amatissima madre mori’ per un tumore a soli 56 anni, ha spiegato di aver voluto raccontare la sua esperienza per incoraggiare le donne che sono nella sua identica condizione a cercare informazioni dai medici e compiere scelte informate. E ha aggiunto di esser riuscita a tenere nascosta la notizia pur continuando a lavorare. “Ho cominciato con il seno, perche’ il mio rischio di cancro e’ superiore a quello ovarico e l’intervento chirurgico e’ piu’ complesso”. L’attrice ha aggiunto di aver concluso il 27 aprile scorso tutta le procedure sanitarie necessarie alla mastectomia; e ora il rischio di cancro al seno e’ sceso all 5%. “Posso dire ai miei figli che non devono temere che mi perderanno per un cancro al seno”. La Jolie ha aggiunto che Brad Pitt, il suo compagno da tempo – padre dei suoi tre figli biologici e dei tre adottati – le e’ stato sempre accanto ed enorme fonte di sostegno: “Siamo riusciti a trovare anche dei momenti per ridere insieme”. E ora, dopo il calvario, le rimangono solo piccole cicatrici sulla pelle, ma nulla di cui i suoi bambini debbano spaventarsi. “Per me la sua e’ stata una scelta eroica”, ha commentato Pitt al “London Evening Standard”. “Tutto quello che desidero ora e’ avere una una vita lunga e sana con mia moglie e i nostri figli”.
L’asportazione preventiva di seno e ovaie per evitare il cancro, scelta da Angelina Jolie e da lei stessa annunciata con grande clamore mediatico, non e’ l’unica via: ha commentato il celebre oncologo Umberto Veronesi, si puo’ anche fare prevenzione con controlli periodici che ugualmente riducono il rischio. L’alternativa alla scelta di Angelina Jolie “e’ la risonanza magnetica ogni anno, e l’ecografia ogni sei mesi. In questo modo potremo scoprire un tumore minimo, di mezzo centimetro, che puo’ essere curato con una piccola asportazione di tessuto”. “Scelta individuale rispettabilissima, ma e’ profondamente sbagliato farne un modello per tutte le pazienti” ha commentato Stefano Cascinu, presidente dell’associazione di oncologi Aiom. “L’alternativa e’ sottoporsi a controlli periodici, con risonanza magnetica ogni sei mesi-un anno”. E anche per il dottor Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, “Per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio”.
Tumori al seno, 10% pazienti perde il lavoro per malattia
Il 10% delle donne malate di tumore della mammella perde il lavoro, per licenziamento, dimissioni o altre cause, e molte altre hanno problemi professionali. Lo afferma un’indagine Censis presentata al Senato dalla Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato, in occasione della giornata del malato oncologico.
Secondo i numeri dell’indagine in seguito all’insorgenza della patologia e’ stato licenziato il 3,4% dei pazienti con tumore alla mammella intervistati, e ad aver dovuto dare le dimissioni, cessare l’attivita’ commerciale, professionale o artigianale e’ stato il 6,2%; oltre il 42% e’ stato costretto a fare assenze associate alla patologia ed alla cura (32,1% tra gli altri malati), il 33,1% rileva che si e’ ridotto il suo rendimento suo malgrado, il 16% circa ha dovuto mettere da parte propositi di carriera (il 6,2% tra gli altri) e quasi il 12% ha dovuto chiedere il part-time o altre modalita’ di lavoro flessibile o di riduzione dell’orario (rispetto al 4,3% degli altri pazienti).
Sul fronte delle terapie per i pazienti con questo tumore i numeri sono nel complesso positivi: ”Forte il rapporto con l’oncologo (l’83,6% dei pazienti ha un proprio oncologo di riferimento) – si legge nel rapporto – e buono il grado di informazione dei pazienti sui farmaci antitumorali con i quali e’ stato curato o con cui viene attualmente curato (indicato dall’86,8%). ansa
Ora chiediamoci il perchè di questo tam tam mediatico in tutto il mondo
L’annuncio di Angelina Jolie non è stato che una campagna aziendale di PR ben pianificata con messaggi in grado di influenzare l’opinione pubblica perchè nei prossimi giorni la Corte Suprema suprema si pronuncerà sulla validità dei brevetti per i geni BRCA1.