10 mag – ”Tutti i missionari cristiani devono lasciare immediatamente la valle del Kashmir. Se non lo faranno, ne subiranno le conseguenze”. A lanciare l’avvertimento, secondo quanto scrive l’agenzia Asianews, e’ Syed Hussain Sadagat, portavoce del United Jihad Council, ombrello che raccoglie tutti i gruppi jihadisti del Jammu e Kashmir.
Le parole del fondamentalista islamico, spiega Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ”testimoniano la gravita’ della situazione in cui vivono i cristiani nell’unico Stato indiano a maggioranza musulmana”.
Negli ultimi giorni infatti, Sadagat ha diffuso un comunicato stampa nel quale accusa i missionari cristiani che vivono in Kashmir di ”sfruttare i poveri e i bisognosi, offrendo loro aiuto economico per convertirli al cristianesimo”.
Secondo l’estremista islamico, si legge ancora, questo atteggiamento e’ ”altamente deprecabile” perche’ ”l’islam e’ una religione di pace e armonia, che protegge le minoranze. Tuttavia – avverte -, le attivita’ anti-islamiche non possono essere tollerate”.
Creato nel 1994, lo United Jihad Council e i suoi militanti armati si battono per l’indipendenza del Jammu e Kashmir dall’India.