11 mag. – Oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione, 530 mila lavoratori coinvolti a zero ore, una perdita di reddito per 1,4 miliardi di euro. Sono i numeri, segnalati dalla Cgil, di una crescita della cig “senza freni” in questi primi quattro mesi dell’anno, e che “delineano una situazione drammatica e che reclamano una risposta, che non sia pero’ quella di finanziare gli ammortizzatori in deroga con le risorse per la formazione o per detassare la produttivita’”.
Nei primi quattro mesi dell’anno si contano 148mila lavoratori in meno e su 600mila lavoratori equivalenti attualmente in cassa integrazione, sono 178mila quelli “a rischio,”, che potrebbero non tornare al lavoro nei prossimi mesi. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Osservatorio Cisl su Cig, tratta da dati Inps. “Siamo nel momento piu’ drammatico della crisi – sostiene la Cisl -. Non si devono rimettere in discussione le regole sul lavoro, ma occorrono politiche per la crescita”.
Piu’ nel dettaglio la Cisl “chiede innanzitutto l’immediato rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e dei contratti di solidarieta’ per coprire l’intero 2013, esprimendo forte preoccupazione per il rinvio della decisione. Per il resto, chiediamo che il ministro del lavoro incontri le parti sociali: per la Cisl non e’ il momento di rivedere le regole del lavoro, appena riformate lo scorso anno, ma di politiche per la crescita.
Le modifiche alla legge Fornero, di cui apprendiamo dai giornali, devono essere affidate al confronto tra le parti e devono consistere in meri ritocchi per facilitare le assunzioni. In particolare, non va rimesso in discussione il riordino degli ammortizzatori sociali avviato da quella legge, bensi’ immaginato un sostegno pubblico nella fase di start up dei fondi bilaterali di solidarieta’ che dovrebbero dare coperture ai settori oggi scoperti per permettere in prospettiva di superare gli ammortizzatori in deroga. Quel che occorre ora sono il rafforzamento dell’apprendistato e incentivi alle trasformazioni a tempo indeterminato”. “La staffetta generazionale che il governo sembra voler introdurre – aggiunge la Cisl – corrisponde ad una nostra precisa proposta, e deve consistere in incentivi collegati ad un accordo aziendale, per indirizzare l’utilizzo del part-time verso situazioni di volontarieta’ ed accompagnarlo con nuove assunzioni. agi